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Un Parco della Giustizia per ridare vita a un’ex area militare

È tempo di candidarsi per il concorso internazionale di progettazione dell’antico compendio Staveco

Un Parco della Giustizia per ridare vita a un’ex area militare
Scritto da Redazione The Plan -

Sarà uno dei progetti di riqualificazione più grande d’Europa e avrà l’ambizione di ricucire due parti della città di Bologna, quella del centro storico e quella della collina. L’ex cittadella militare Staveco, con i suoi nove ettari circa di estensione complessiva e da decenni dominata da edifici abbandonati e fatiscenti, la si vuole trasformare in un vero e proprio Parco della Giustizia dove riunire la maggior parte degli uffici giudiziari e, allo stesso tempo, un luogo aperto alla cittadinanza grazie a vaste aree verdi, spazi culturali e percorsi ciclopedonali. Per questo ambizioso obiettivo, che dovrebbe dunque restituire alla comunità un angolo di città da troppo tempo interdetto alla socialità, alla ricchezza e alla bellezza di Bologna, chiuso definitivamente nel suo impiego militare nel 2003, si è aperto un concorso di progettazione internazionale organizzato in due fasi: per la prima delle due, la data di chiusura delle iscrizioni, dell’invio degli elaborati e della documentazione amministrativa è fissata per il 16 marzo 2023, dopo la quale inizierà la fase di valutazione e di selezione. Le migliori cinque proposte pervenute accederanno al secondo grado del concorso.

 

Tra storia e stato attuale dell’ex area militare Staveco

Ex area Staveco, Bologna

La storia di questo luogo risale addirittura al VII-V secolo a.C. Nel XIX secolo sono infatti state rinvenute tracce di un grande centro urbano etrusco: Felsina. La vocazione militare di Bologna, iniziata alla fine del XVIII secolo, ha poi trasformato la chiesa e il convento dell’Annunziata in una caserma, con carcere e ospedale carcerario, per poi veder attivare negli anni successivi, tra le altre cose, un laboratorio pirotecnico, un’officina di riparazione dei mezzi corazzati, uno stabilimento per veicoli da combattimento. Carte risalenti a quegli anni sono ancora visibili, a testimoniare l’intensa attività dell’area con una presenza di collaborazioni internazionali.

Ora, ad andare incontro a lavori variamente di restauro, ricostruzione ex novo e demolizione sono un po’ tutti gli edifici che si trovano in quell’area di cerniera tra l’antica linea delle mura cittadine e la prima collina: nello specifico, il restauro e l’adeguamento sismico riguarderanno circa 35 mila m2 di edifici, le demolizioni e le ricostruzioni altri settemila, mentre le nuove costruzioni toccheranno i tremila.

 

Un sito da tutelare e da far rinascere

Ex area Staveco, Bologna

L’interesse storico, architettonico e culturale dell’area, decretato già da tempo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, ha portato a un bando dai stringenti requisiti di conservazione e di tutela degli elementi da preservare quanto più possibile nella loro autenticità. Tra i numerosi casi che si potrebbero citare, due valgono la pena di essere ricordati: da una parte gli affreschi, i murales e le opere di street art, una testimonianza della volontà di contrapporre l’arte alle armi che la Soprintendenza chiede di valorizzare con il loro spostamento in un’area espositiva; il corso sotterraneo dato dal torrente Aposa, gli archi, i contrafforti, i cunicoli e gli sbocchi di condotti affluenti dovranno essere integrati con un’architettura che dovrà dunque essere tanto contemporanea e innovativa quanto rispettosa della storia e del patrimonio del luogo.

Dovrebbe rimanere anche la ciminiera e dovrebbero aumentare a 400, dai 180 attuali, i posti auto del parcheggio.

Proprio per questo l’Agenzia del Demanio, oltre ad avvalersi della metodologia BIM, ha già fatto sapere la necessità di puntare all’ottenimento di due diverse certificazioni di sostenibilità a seconda della tipologia di intervento: GBC Historic Building specificatamente per gli edifici storici, ovvero quelli costruiti prima del 1945, e LEED® con livello almeno Gold per un risparmio nei costi di gestione e per un minor impatto ambientale.

Nel rispetto dell’Agenda 2030, del contrasto al cambiamento climatico e alla tutela della biodiversità, una parte del progetto dovrà riguardare la definizione di un’area verde pubblica, tra specie da conservare e di nuova piantumazione. Le prime dovranno essere valorizzate fino a migliorare la resilienza degli habitat, mentre le seconde dovranno essere specie idonee caratterizzate da una ridotta esigenza idrica e di facile gestione e manutenzione.

 

Le tappe del bando

Ex area Staveco, Bologna

Come anticipato, alla chiusura della fase di presentazione delle proposte verranno selezionate per la prosecuzione del percorso le migliori cinque. Il termine per la presentazione delle proposte della seconda fase è invece fissata il 12 giugno, per poi arrivare al 7 luglio con la proclamazione del progetto vincitore e lo studio al quale verranno affidate le successive fasi. L’avvio dei lavori del primo lotto è per ora previsto nel 2025, con fine nel 2028.

La somma totale dell’investimento per l’opera è di oltre 277 milioni di euro, di cui quasi 179 milioni per i lavori di riqualificazione. Per il primo lotto il Ministero della Giustizia ha stanziato 105 milioni di euro.

Tutto questo, come ha sottolineato Alessandra Dal Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio, è la dimostrazione di come uno Stato possa essere davvero portatore di generosità, «che è il contrario di abbandono».

>>> Leggi il bando integrale.

 

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