Quattro case sostenibili a impatto zero
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Quattro residenze sostenibili per abitare a impatto zero

Tra ecologia e risparmio energetico, è nel progetto delle abitazioni che ancora si sperimentano le evoluzioni in architettura. Qui vi mostriamo le più interessanti

Mathias Klotz | Italo Rota | Leckie Studio Architecture + Design | Mobius Architekci | CRA-Carlo Ratti Associati

Quattro case sostenibili a impatto zero
Scritto da Redazione The Plan -

Guardare le nostre abitazioni private significa guardare come viviamo. Abbiamo sempre più voglia (e bisogno) di natura e gli architetti già da anni progettano residenze proiettate nel verde, sperimentando soluzioni per costruire a impatto zero e in modo sostenibile, sempre più efficienti dal punto di vista energetico.

Ora che l’inverno è alle porte e siamo tutti chiamati in causa per consumare meno energia, abbiamo scelto di presentarvi una selezione di progetti esemplari dal punto di vista dell’ecosostenibilità. Quattro residenze localizzate in quattro angoli del mondo diversi, dal Cile al Canada, dalla Polonia all'Italia, per vedere come le tendenze siano diverse, ma il fine unico.

 

Wind House a Varsavia di Mobius Architekci

Wind House - Mobius Architekci © Paweł Ulatowski, courtesy of Mobius Architekci

Ci troviamo al limitare della città di Varsavia, in Polonia, immersi nella foresta di Kampinos: è qui che sorge Wind House, residenza privata modellata intorno agli alberi. L’abitazione si snoda tra gli alti tronchi della pineta, lasciata intatta, e ne rimane quasi inglobata. A tratti è invisibile, mimetizzata nel verde delle chiome e nel marrone del legno. Più che progettata dalla mano del suo architetto, Przemek Olczyk dello studio polacco Mobius Architekci, può quasi dirsi disegnata da quella della natura della fitta pineta.

 

 «Nel mentre della progettazione, non si è pensato troppo alla forma dell’edificio – ha spiegato lo stesso Olczyk –: si sono segnate sul terreno le aree boschive, le quali si sono volute lasciare intatte. Quindi, girando intorno a esse, si sono iniziate a disegnare le linee della casa».

 

Il desiderio di preservare l’ambiente ha suggerito, in altre parole, la forma dell’edificio a partire da una filosofia conservativa. La particolare area di costruzione, la pieta di Izabelin all’interno del parco nazionale di Kampinos, è a ben vedere tra le più richieste e considerate attraenti per essere abitata dai cittadini di Varsavia, forse anche per il suo aspetto a tratti insolito.

>>> Scopri di più su Wind House.

 

The Greenary a Parma di Italo Rota e Carlo Ratti

The Greenery, CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota © Delfino Sisto Legnani and Alessandro Saletta, courtesy of Carlo Ratti Associati

«Tra un albero e una casa, scegli un albero», diceva Carlo Scarpa, ma oggi c’è chi ha provato a fare un passo oltre, immaginando un nuovo punto di intersezione tra il mondo naturale e quello artificiale. Carlo Ratti e Italo Rota hanno così modellato uno spazio domestico intorno alla vita e al ritmo della natura, del paesaggio, addirittura inglobando uno storico ficus australis all’interno di The Greenary. È questo, infatti, il nome della residenza privata progettata e realizzata dai due studi di architettura nella campagna parmense, una denominazione frutto di un sapiente gioco linguistico che racchiude buona parte delle caratteristiche architettoniche, e non solo, della villa. The Greenary nasce dalla fusione di green granary: si tratta infatti del recupero di un’antica casa colonica articolata intorno all’albero, il ficus ribattezzato Alma, un gigante di sessant’anni e di oltre dieci metri d’altezza che richiama e si riconnette a quel principio vitale dell’uomo che è l’anima, che rappresenta anche l’origine e il centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della stessa coscienza morale.

Già da qui, dunque, è possibile intravedere quei principi di biofilia posti alla base del progetto, ovvero quell’idea elaborata dal socio-biologo e professore di Harward, Edward Osborne Wilson, secondo cui l’uomo ha un’innata propensione a vivere in simbiosi e ad affiliarsi anche emotivamente ad altre forme viventi.

>>> Continua a leggere e sfoglia la gallery completa di The Greenary

 

Full House a Vancouver di Leckie Studio Architecture + Design

Full House, Leckie Studio Architecture + Design © Ema Peter, courtesy of Leckie Studio Architecture + Design

È possibile costruire una casa ipotizzando tre scenari possibili per il suo futuro e i suoi abitanti? Sì, perché Full House a Vancouver, in Canada, è multi-generazionale, riconfigurabile e capace di adeguarsi alle esigenze mutevoli dei proprietari. Adatta per figli, genitori e nonni, questa insolita abitazione è composta da due volumi e firmata da Leckie Studio Architecture + Design, ispiratosi a un’opera di Marcel Duchamp, Door: 11, rue Larrey 1927. Il tutto è stato sapientemente tradotto in una soluzione architettonica in grado di modificare la pianta delle stanze, così da adattarsi alle età e alle necessità di tutti i membri della famiglia.

La chiave del progetto è la reinterpretazione di una porta a bilico in un dispositivo girevole in lamina d’acciaio che, ruotando e modificando la propria posizione nello spazio casa, ha il merito di ridisegnare la configurazione, le dimensioni e le caratteristiche delle varie stanze. Le configurazioni possibili sono tre, ognuna delle quali rispondente alle diverse fasi del ciclo di vita e alle conseguenti necessità familiari.

>>> Scopri di più su Full House e la sua flessibilità spaziale

 

Casa Patio in Cile di Mathias Klotz 

Casa Patio, Mathias Klotz

Per capire l’opera di Mathias Klotz, bisogna guardare le sue architetture da un particolare punto di vista, poi, andare oltre. Anche nel caso di Casa Patio, in Cile, siamo di fronte a un’opera ricca di riferimenti, richiami, un’opera che sembra poter dilatare il tempo e poter durare in eterno. Si tratta di una residenza privata senza dubbio contemporanea, di chiaro stampo cileno, eppure nei suoi dettagli troviamo un’ineludibile matrice europea. Un linguaggio di forme che fanno parte della nostra cultura, quella nata oramai un secolo fa in nome del razionalismo, che ha ripudiato l’estetica decorativa e che ha portato ai capolavori assoluti del primo Mies van der Rohe e che qui, sulla costa meridionale del Pacifico sudamericano, hanno saputo innovarsi e svilupparsi con una purezza che continua ad estasiare.

È forse successo quello che accade nella storia degli idiomi: quando un gruppo linguistico si sposta e si disconnette dagli altri parlanti il proprio linguaggio, quella lingua permane immutabile con lievi aggiustamenti. Avviene una alterazione rallentata che si cristallizza nel tempo. In fin dei conti è la legge della permanenza che si mescola con quella necessità di adattabilità che oggi chiamiamo resilienza. È per questo che l’opera di Mathias Klotz va capita e guardata da un’altra prospettiva.

>> Continua a leggere l’articolo di Luca Maria Francesco Fabris pubblicato su The Plan 142

Credits

WIND HOUSE, MOBIUS ARCHITEKCI
Location: Izabelin, Varsavia (Polonia)
Architects: Przemek Olczyk Mobius Architekci
Complection: 2020
Surface Area: 450 m2
Photography by Paweł Ulatowski, courtesy of Mobius Architekci

THE GREENARY A PARMA, ITALO ROTA E CARLO RATTI
Location: Montechiarugolo, Parma
Architects: CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota
Build up area: 270 m2
Client: Francesco Mutti
Photography by Delfino Sisto Legnani and Alessandro Saletta - DSL Studio, courtesy of Carlo Ratti Associati

FULL HOUSE A VANCOUVER, LECKIE STUDIO ARCHITECTURE + DESIGN
Location: Vancouver, Canada
Architects: Leckie Studio Architecture + Design
Principal architect: Michael Leckie
Built area: 3,700 sf (350 m2)
Complection: 2020
Photography by Ema Peter, courtesy of Leckie Studio Architecture + Design

CASA PATIO IN CILE, MATHIAS KLOTZ
Location: Lo Curro, Santiago, Cile
Architect: Mathias Klotz
Gross floor area: 1,129 m2
Main contractor: Alvaro Bustos
Photography by Roland Halbe
 

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