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Melià Milano hotel, una cascata di piante

Un restyling senza tempo ispirato a Le Corbusier e a Gio Ponti

Alvaro Sans | Vittorio Grassi Architects

Melià Milano hotel, una cascata di piante
Scritto da Redazione The Plan -

Sono due grandi protagonisti della storia dell’architettura ad aver ispirato la rinascita del Melià Milano, hotel di alta gamma di via Masaccio, due nomi che racchiudono l’anima del suo restyling firmato da Alvaro Sans in collaborazione con lo studio Vittorio Grassi Architects: sono Le Corbusier e Gio Ponti. Il primo dei due, interprete dell’essenzialità modernista, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1925 presentò la sua rivoluzionaria impostazione basata sulla soppressione dei muri di ingombro a favore di spazi ampi e aperti, gli stessi che sono stati ridisegnati per una destinazione turistica moderna come quella del Melià e adatta all’atmosfera della città del XXI secolo. Lo stesso vale per il richiamo agli interni progettati da Gio Ponti, tanto da aver portato Alvaro Sans a parlare di un hotel senza tempo. Visioni lungimiranti che ancora oggi stanno dimostrando la loro attualità in primis nella hall, nel ristorante e nelle sale riunioni ristrutturate.

 

Un concept che parla di Milano

Il fulcro modernista del nuovo concept degli spazi ha dunque portato a una totale ripartizione degli interni, fino ad abolire quasi completamente gli ambienti monouso: al loro posto, spazi congressuali, auditorium e aree aperte ad accogliere la natura.

«Abbiamo attualizzato il concept in un progetto che enfatizzasse la peculiarità di questo gioiello nella città di Milano – ha spiegato l’architetto Vittorio Grassi –. Lavorando fianco a fianco con l’architetto Sans, abbiamo reso protagonisti degli interni materiali di origine naturale in grado di restituire a pieno la propria essenza, come il marmo spagnolo Macael utilizzato per i pavimenti abbinato all’elegante legno noce con finitura naturale, affiancati a grandi superfici specchiate. Gli spazi acquistano così un aspetto al contempo elegante e accogliente».

L’apporto dello studio Vittorio Grassi Architects ha contribuito a tradurre l’idea dell’architetto Sans in un progetto internazionale pienamente calato nel contesto milanese, a partire proprio da una filosofia ecosostenibile e verde, colore simbolo di Milano.

«Sono passati più di 20 anni da quando l’hotel è stato progettato – ha ricordato l’architetto Sans –. Era nato come edificio industriale, con grandi spazi che si è cercato di riposizionare. É stata una vera e propria sfida renderli funzionali, senza privarli della connotazione originale».

Lo stesso approccio, sempre nel cuore di Milano, è stato adottato dallo studio di Vittorio Grassi anche per il restauro e il rinnovamento degli interni e della facciata dell’antica sede del consolato americano in via Principe Amedeo 5.

Scopri il progetto Principe Amedeo 5, spazi storici per uffici contemporanei.

 

Il verde di Melià Milano

«Il verde è il colore di Milano, da sempre presente nelle sue architetture, sia interne che esterne – è la riflessione dell’architetto Sans –: i cortili sono trasformati in giardini, i tetti in oasi, i muri sono coperti da una cascata di piante. È forte la convinzione che il verde, nelle sue tante forme, regali alle persone una migliore qualità della vita. Per questo influirà anche sui futuri sviluppi dell’architettura».

Il verde è dunque uno dei colori protagonisti del Melià, a partire dal gigantesco ficus del cortile centrale, che va a creare un effetto di contrasto con lo stile neutro e minimal dell’arredo chiaro o color legno e oro. Giardini e oasi interne sono anche il fulcro dell’organizzazione dei vari ambienti, i quali hanno come protagonista anche la luce: la hall e gli spazi comuni possono godere di luce naturale grazie agli ampi lucernari e alle vetrate, tuttavia hanno un ruolo determinante anche gli originari lampadari di cristallo, come quelli presenti nel ristorante.

Entrando nell’hotel si respira un clima, da una parte, di ampiezza e di respiro, dall’altra di vicinanza con la natura e con i vari spazi: dalla lobby si accede infatti direttamente all’eclettico ristorante della tradizione gastronomica italiana, dalle luci soffuse e dagli arredi custom made che rievocano la tradizione delle forme morbide del design milanese.

«Ora tutto è più vicino e funzionale, contenuto in una grande hall aperta che offre un’esperienza globale», hanno concluso Alvaro Sans e Vittorio Grassi.

Credits

Location: Milano
Architects: Alvaro Sans e Vittorio Grassi Architects
Client: Sol Melià Italia Srl
Area: 4.300 m2
Bathroom Fittings: Duravit
Cladding: Alpi, Silestone Cosentino
Lighting: Flos
Photography by Lorenzo Carone, courtesy of Melià Hotels International

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