Il tempio della musica pop, della sua tradizione e della sua storia nel cuore di Taipei, il Taipei Music Center, è pronto a ricostruirsi simbolicamente in territorio americano grazie a una mostra interamente dedicata. Lyrical Urbanism: The Taipei Music Center è il titolo dato all’evento in apertura il prossimo 6 aprile alla Irwin S. Chanin School of Architecture di The Cooper Union di New York, un’esposizione appunto pensata per ripercorrere il progetto e la realizzazione del distretto musicale a opera dello studio di architettura con sede nella Grande Mela Reiser + Umemoto, RUR Architecture. Attiva fino al 29 dello stesso mese, attraverso fotografie di grande formato installate a muro, modellini architettonici, disegni, schizzi e prodotti audiovisivi, ma anche conferenze e dibattiti, la mostra si propone di ricostruire un processo più che decennale e che, in seguito al bando iniziale, ha scelto uno studio tanto lontano dalla cultura asiatica quanto all’altezza dei requisiti richiesti, in primis dotato di un approccio interdisciplinare e cosmopolita.
Consapevoli della risonanza economica e attrattiva della produzione e degli eventi musicali, oltre che con il desiderio di potersi confrontare con l’industria musicale giapponese, il governo e il ministero della Cultura di Taiwan hanno infatti indetto, ormai più di dieci anni fa, un concorso per la realizzazione di questo hub metropolitano per la produzione e la fruizione della musica pop, affiancato da servizi, ristoranti, negozi attrattivi 24 ore su 24 anche al di là del cartellone di eventi musicali veri e propri. Il risultato è un ampio spazio pubblico composto da tre edifici che, dato il lungo periodo di sviluppo del progetto, ha subito via via alcune modifiche.
Il progetto è stato approfondito in un articolo su THE PLAN 127: puoi leggere un’anteprima qui.
«Fin dall’inizio ci si è chiesti se fosse appropriato o meno, in quanto architetti americani, progettare un centro musicale taiwanese, di cui si sapeva poco e nulla – ha ricordato Jesse Reiser, direttore di RUR Architecture –. Allo stesso tempo, la giuria del concorso è stata molto attenta a selezionare architetti allora emergenti da tutto il mondo, evidenziando le loro ambizioni cosmopolite. Questa è stata una collaborazione profondamente interdisciplinare, che ha portato a lavorare a stretto contatto con gli esperti tecnici e le autorità governative di Taiwan, pur rimanendo ognuno all’interno delle proprie competenze. Quindi, allora come oggi, è vero che forse all’inizio si sapeva poco della musica e della cultura taiwanese, ma si sapeva molto su come un’architettura potesse essere progettata per essere adottata in qualsiasi cultura o contesto urbano. Questo è ciò di cui parla soprattutto questa mostra: come la materia dura e spesso estranea dell’architettura viene assorbita nella vita quotidiana».
Tuttavia la mostra è anche la dimostrazione di un buon successo del Taipei Music Center come luogo di importanti eventi riconosciuti a livello globale. Una destinazione culturale dunque innovativa, un punto di riferimento architettonico e non solo che sta dimostrando la sua forza attrattiva. Per fare qualche esempio dei più recenti eventi di portata internazionale, Yo-Yo Ma nella Concert Hall o il festival “Oh! Shake it!” nella piazza, alternando eventi all’aperto e al chiuso.
La mostra è stata organizzata su invito di Nader Tehrani, fondatore dello studio NADAAA, decano della Irwin S. Chanin School of Architecture, nonché partecipante al bando di concorso per la realizzazione del progetto al pari di RUR Architecture. Lui stesso sarà protagonista di alcuni incontri, ai quali nei giorni precedenti e successivi prenderanno parte anche, tra gli altri, il critico musicale del New York Times Joshua Barone, la portavoce del Taipei Music Center Sandra Hsu, la storica e teorica di architettura Sylvia Lavin e, ancora, i due architetti Jesse Reiser e Nanako Umemoto.
Name: Lyrical Urbanism: The Taipei Music Center
Dates: April 6th to April 29th
Access: Free and open to the public
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