L’intrinseca bellezza delle relazioni nell’architettura
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L’intrinseca bellezza delle relazioni nell’architettura

La visione di uno studio attraverso le pagine di un libro

Antonio Iascone

L’intrinseca bellezza delle relazioni nell’architettura
Scritto da Redazione The Plan -

«Oggi, da soli, non siamo in grado di fare nulla. Riusciamo a produrre qualcosa solo attraverso il team che, a sua volta, deve relazionarsi con il committente, la comunità, le istituzioni, il contesto e l’ambiente. Da questo sistema di interazioni, che mutano nello spazio e nel tempo, nascono e si concretizzano i progetti. È per questo che un progetto non sarà mai uguale all’altro». È un estratto, questo, dell’introduzione di Antonio Iascone alla monografia appena pubblicata, edita da THE PLAN-Gruppo Maggioli, e dedicata ai progetti del suo studio, Antonio Iascone & Partners; un volume dal titolo Architettura come luogo di relazioni con prefazione di Vito Mancuso, che vuole essere anche un viaggio di indagine sui rapporti profondi celati in un progetto architettonico. Vi è una complessità intrinseca in ogni edificio, in ogni concept, in ogni residenza e in ogni centro culturale che passa soprattutto attraverso le persone, veri protagonisti per i quali si è costruito, si costruisce e si continuerà a farlo. Del resto l’architettura, oltre a essere di chi la abita, è anche della comunità di oggi e di domani. È del territorio stesso nel quale si trova.

Relazioni e complessità hanno un presupposto: leggere, comprendere e interpretare le esigenze di una comunità. Tutto questo va a configurare un metodo di lavoro ben evidente dalle pagine del libro, ribadito in occasione della presentazione ufficiale del volume all’interno di Palazzo Bentivoglio di Bologna:

«Nel momento in cui vengono messe in contatto due realtà, queste entrano in relazione e mutano. Non rimangono le stesse né nel tempo né al tempo zero – ha ribadito Antonio Iascone –. Ma cambiano anche le idee, in modo fisiologico. Bisogna abituarsi a un cambio del punto di vista: oggi tutto muta molto più velocemente. Questo va a definire un metodo più che uno stile, che è qualcosa di molto più pericoloso: vuol dire esporsi a un rischio».

 

Le persone

Architettura come luogo di relazioni, monografia Antonio Iascone & Partners ©Eleonora Ondolati

Insieme al fondatore dello studio, Antonio Iascone, e al managing editor e co-founder di THE PLAN, Nicola Leonardi, in qualità di moderatore, anche Mario Cucinella, Simona Boragini (rappresentante del centro Soka Gakkai), l’artista Davide Trabucco e il professore del dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, Tommaso Pasquali, che ha seguito la crescita e lo sviluppo di Palazzo Bentivoglio come polo culturale privato di grande attrazione per la città.

Palazzo Bentivoglio e il centro culturale Soka Gakkai sono solo due dei progetti dello studio trattati anche tra le pagine del libro, come lo è quello per la nuova sede della Cineteca di Bologna: in fase di realizzazione proprio in questo periodo, il polo cinematografico è una perfetta sintesi tra impiantistica e architettura per garantire la miglior conservazione delle pellicole nata dalla collaborazione con la Fondazione Jérome Seydoux-Pathé. Un’architettura importante per la città e dall’alto valore di riqualificazione urbana. Vi sono poi ville, residenze, uffici, la foresteria Virtus e la sede Vivolo. Tanti altri da scoprire, ognuno in grado di declinare in modo personale il proprio rapporto con il contesto e con le persone.

>>> Leggi anche un'anteprima dell'articolo dedicato allo studio pubblicato su THE PLAN 138 nella sezione Viaggio in Italia.

 

La location della presentazione

Architettura come luogo di relazioni, monografia Antonio Iascone & Partners ©Eleonora Ondolati

La presentazione di Architettura come luogo di relazioni si è svolta all’interno di Palazzo Bentivoglio, un luogo di cultura che rispecchia per molti versi l’anima della sua Bologna e la sua vocazione a unire pubblico e privato: un po’ come riescono a fare i portici, patrimonio dell’umanità Unesco, anche Palazzo Bentivoglio è un esempio di spazio privato che si fa pubblico. È una città nella città, con talmente tante storie da raccontare che, come l’ha definita qualche tempo fa lo stesso Pasquali, sarebbe meglio vederla come un’opera non finita, aperta a nuove suggestioni, a nuovi arricchimenti e a diversi significati. Dopo essere stato abbandonato per anni, da tempo Palazzo Bentivoglio è tornato a essere per prima cosa una casa, con la sua collezione d’arte privata di valore aperta a un dialogo con le istituzioni e con la sua biblioteca. A partire dal 2019, poi, si sono aggiunte le cantine espositive, pronte ad accogliere mostre temporanee più una permanente, dal titolo Ipogea a cura di Chiara Camoni. È un’installazione site specific quest’ultima, la cui ragione fondante risiede proprio nella storia del palazzo rinascimentale e nei suoi materiali: frammenti di decori, pezzi di colonne, parti di pavimentazioni, scarti di costruzione.

 

Relazioni storiche

Architettura come luogo di relazioni, monografia Antonio Iascone & Partners ©Eleonora Ondolati

La chiosa alla presentazione del volume è arrivata dalle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, riprese da Mario Cucinella nel ricordare l’importanza di un vero pensiero progettuale basato sul presente ma proiettato verso il futuro, un pensiero che abbia il coraggio di affrontare temi difficili, a partire da quella crisi climatica sempre più evidente e destinata a cambiare il volto dei territori: «Adriano si immagina il volto delle città conquistate, inizialmente semplici. Per lui le città del futuro rispecchieranno Roma, perché la città ideale, da portare nel mondo, è proprio Roma. È la città più costruita, la più strutturata e dotata della visione di un imperatore conquistatore. Immaginava quindi anche una civilizzazione che si portasse dietro l’ingegneria, fino ad arrivare a dire: “l’architettura si costruisce insieme al paesaggio, perché ogni azione su di esso lascia un segno indelebile, per sempre”. Questa sensibilità, dunque, è qualcosa che appartiene alla natura stessa dell’uomo. Nel passato si possono trovare tanti esempi di comportamenti, di approcci, di modi di affrontare le difficoltà». Dall’antica Roma potrebbero emergere spunti quindi ancora attuali a suo avviso; per una bellezza architettonica che, come sottolineato da Vito Mancuso nell’introduzione, è «sempre e comunque casa».

 

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Credits

Photography by and courtesy of Eleonora Ondolati

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