Un’altra edizione di Perspective Europe si è conclusa, portando così avanti una tradizione nata nel 2009 per riunire, creando occasioni di incontro e di networking, studi di architettura, developer, studi di ingegneria e aziende legate al settore edilizio. Un’edizione di successo che ha visto oltre 500 partecipanti provenienti dalle realtà italiane ed europee del mondo della progettazione e del design, del REAL ESTATE e dell'imprenditoria manifatturiera che, tra incontri individuali, workshop e panel discussion, hanno avuto la possibilità di confrontarsi e di scambiarsi le rispettive esperienze. Tra i temi affrontati a Venezia, un posto di rilievo è stato dato alla sostenibilità e all’impatto ambientale dell’architettura, proprio come nel caso della conferenza plenaria di apertura moderata, managing editor e co-founder di THE PLAN, Nicola Leonardi, sull’uso sapiente del legno in tutte le sue varietà. Ecco che allora i protagonisti della prima serata – il direttore di AHEC Europe David Venables, Alison Brooks dell’omonimo studio e la designer Maria Bruun – hanno affrontato un dibattito sull’uso attuale di un materiale antico come il legno: The New Age of Wood: an ancient yet contemporary material with sustainability and versatility at its core il suo titolo.
Una carrellata di concept, progetti, edifici realizzati, dunque, che con la propria carica empirica si è posta l’obiettivo di rispondere alla domanda su quali possano essere le possibilità di equilibrio tra uso del legno in architettura e contrasto alla deforestazione. Le due sfere, è quanto emerso, possono – e devono – conciliarsi e convivere grazie alle norme per un uso responsabile del materiale stesso da una parte e a una cultura della gestione sostenibile delle foreste dall’altra. I benefici conseguenti sono sia a livello ambientale quanto di qualità della vita all’interno degli edifici stessi: la giusta gestione delle foreste migliora le potenzialità di cattura del carbonio, le qualità di isolamento termico di questo materiale favoriscono vantaggi energetici ed economici.
La sua versatilità e la flessibilità, poi, lo rendono un materiale adatto a progetti di ampie dimensioni, come può essere il campus presentato da Alison Brooks, oppure oggetti di design sofisticati e frutto di profonde ricerche interdisciplinari come nel caso dei lavori di Maria Bruun. O, ancora, come nel caso dell’antologia di progetti realizzati da AHEC e selezionati per la mostra Forest Tales alla Triennale di Milano in occasione del Fuorisalone 2022. Si tratta di quattro progetti e di 22 arredi in tre diversi tipi di legni sostenibili, ovvero tre varietà di legno di latifoglia americana: acero, ciliegio e quercia rossa; legni versatili e capaci di rinnovarsi rapidamente ma ancora poco utilizzati nel comparto industriale e del design. Tante storie che, intrecciandosi, vanno a lanciare un monito verso una conoscenza e un utilizzo più consapevoli di tali tipi di legno, la cui crescita è più veloce rispetto alla raccolta.
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Il legno, utilizzato con flessibilità in varie parti strutturali e non solo, è protagonista anche dell’Exeter College Cohen Quad a Oxford di Alison Brooks, una reinterpretazione del tradizionale quadrilatero realizzato anche grazie a una forte collaborazione integrata e computazionale con ingegneri per una massimizzazione della cattura di carbonio.
Gli spazi, grazie a un’articolazione a S, si affacciano su due corti, senza tradire così l’importanza e la storia legata all’uso di quest’area aperta fin dall'antichità. Il legno è associato all’uso di altri materiali (acciaio inox, vetro e metallo, per esempio), dando vita a una composizione ibrida dall'aspetto cangiante. «Dagli ideali alle idee», come ci ha tenuto a sottolineare Alison Brooks, questo college è un esempio di come si possa ri-naturalizzare la vita anche degli spazi interni, interpretando e valorizzando la natura per il suo carattere “emotivo”.
Pur con tempistiche, modalità e scale assai differenti, anche i progetti di Maria Bruun si caratterizzano per la preponderanza del legno, persino in punti come le cerniere di una seduta o di un mobile. Ma, a suo avviso, per poter sfruttare al meglio le potenzialità del legno, è fondamentale saper instaurare un rapporto di collaborazione interdisciplinare forte con figure quali artigiani del legno, vasai, scultori. «Il futuro dipenderà dall’interdisciplinarietà», ha sottolineato, perché «conoscere il materiale significa potersi spingere oltre». Ne è un esempio plastico la collezione esposta alla mostra Connected, Nordic Pioneer, commissionata appunto da AHEC e nata durante il lockdown e dalle sue conseguenti necessità legate a una diversa fruizione degli spazi: le esigenze di un bambino a casa da scuola e di genitori in smartworking. «Il design è voglia di creare – ha concluso – è un tutt’uno scenografico con un progetto di vita, con una sensibilità di vita. È dare forma alla magia di un materiale, il legno in questo caso».
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