Tutto pronto per l’International Forum about Affordable Housing, evento organizzato dall'International Union of Architects, che vede la IE School of Architecture and Design tra i suoi partner accademici. Il diritto alla casa è riconosciuto come uno dei principi fondamentali di ciascuna persona dall’Universal Declaration of Human Rights del 1948 e dall’International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights del 1966. Allo stesso tempo è incluso tra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Ma, nonostante queste diverse indicazioni e carte, ancora oggi, secondo i dati forniti dall’Affordable Housing Activation (Aha), più del 20% della popolazione mondiale non ha accesso a un’abitazione adeguata, negando così anche il rispetto di numerosi altri diritti.
Una situazione, questa, al centro dell’International Forum about Affordable Housing (dal 18 al 20 maggio 2022 a Madrid) e ulteriormente aggravata ed esacerbata dall’avvento della pandemia di Covid. Negli ultimi due anni, infatti, sono emerse un’ineguaglianza e un’iniquità via via più gravi, ponendo sotto i riflettori la mancanza di una cornice d’azione concreta di rimozione delle barriere d’accesso alla casa. E non solo. La garanzia di tale diritto, del resto, non si esaurisce «in un tetto sopra la testa – si può leggere nel dossier di Aha –, ma significa anche soddisfare una serie di altre necessità e ulteriori diritti fondamentali, come quelli alla salute e alle cure, all’impiego, alla sicurezza sociale, alla partecipazione democratica, alla privacy e all’educazione». Un dato significativo, a tal proposito, è quello relativo alla percentuale di città mondiali dotate di abitazioni confortevoli per la maggioranza dei rispettivi abitanti: solo il 13%. Un dato che deve fare i conti con quello delle persone che appunto abitano in città: al momento il 55% del totale mondiale, pari a 4,5 miliardi, ma le stime sembrano prevedere un’ascesa ulteriore della curva, fino a un 68% nel 2050. Dall’altra parte, oggi più di un miliardo di persone vive in quartieri poveri, bassifondi o case-baracche.
Nell’ottica, dunque, di promuovere politiche e principi di spazi urbani inclusivi e con accesso ai servizi essenziali, l’Aha si è posta e ancora si pone l’obiettivo di «generare coalizioni, rinnovare e incentivare lo sviluppo sostenibile, definire e dettagliare le barriere che bloccano l’accesso all’alloggio – si può leggere ancora nel dossier –, da raggiungere attraverso la diffusione di conoscenze pratiche ed empiriche, l’analisi e la raccolta dei dati, la promozione delle migliori pratiche e la creazione di reti e alleanze globali».
Ed è su questi cardini che si è andata pianificando l’edizione 2022 del forum.
A partire da questo substrato e dalle conoscenze acquisite nel corso dei forum precedenti, l’obiettivo di quest’anno è quello di porre la persona al centro del discorso sull’abitare e di stabilire requisiti minimi di abitabilità a livello di sostenibilità economica e sociale dei processi, utilizzo efficiente dei materiali e delle risorse, sicurezza, privacy, convivenza.
Il forum è promosso dall’International Union of Architects (Uia), così da incentivare su tali argomenti l’incontro e la creazione di una rete tra architetti e altri professionisti del settore. Il vantaggio, a tal proposito, è di far emergere differenti punti di vista su strategie comuni per problemi trasversali: una visione interdisciplinare e integrata capace di proporre soluzioni praticabili e sostenibili, senza il rischio di sovrapposizioni.
>>> Scopri anche 85 social housing a Cornellà.
Nel corso della tre giorni 2022, in programma incontri e dibattiti relativi alle norme e ai regolamenti, al design urbanistico, alla sostenibilità sociale, economica e ambientale. Subito dopo la cerimonia di apertura, un talk sulla natura delle barriere, moderato da Sara Topelson, direttrice della Fundación Centro de Investigación y Documentación de la Casa, México.
A prendere la parola, tra i protagonisti principali importanti architetti del panorama internazionale come Ben van Berkel di UNStudio, Francesca Cesa Bianchi dello studio Stefano Boeri Architetti, la presidente del consiglio europeo degli architetti Ruth Schagemann, Reinhard Goethert di MIT Architecture e Martha Thorne, rettrice della IE School of Architecture and Design.
«La casa, pur essendo dichiarato un diritto universale, è sfuggevole per un’ampia platea della popolazione e la situazione sta diventando ancora più grave – ha ricordato Thorne –. Riconosciamo che l’alloggio è molto più di un semplice riparo e si estende dai bisogni individuali di sicurezza e protezione alla qualità del quartiere, alla disponibilità di servizi e alla possibilità di offrire opportunità di sviluppo individuale e comunitario. La possibilità di permettersi un alloggio sicuro e sano dipende da molti fattori, come la posizione, la fase della vita, lo status socio-economico, la disponibilità di alloggi, le opzioni di finanziamento. All’IE School of Architecture and Design cerchiamo di analizzare problemi complessi da una prospettiva olistica per proporre soluzioni reali ed efficaci».
>>> C'è tempo fino al 31 maggio per iscriversi al THE PLAN Award 2022, premio internazionale annuale di eccellenza in architettura, interior design e pianificazione urbana con 20 categorie tematiche, tra cui HOUSING, dedicata a complessi residenziali, interventi di edilizia residenziale pubblica.
Location: Madrid, Spain
Date: May, 18-20
Organization: International Union of Architects