Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro installazione Wetland, si sono aggiudicati il Leone d’oro per la miglior partecipazione nazionale alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. L’edizione di quest’anno, intitolata How we will live together? e curata dall’architetto libanese Hashim Sarkis, è allestita ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera fino a domenica 21 novembre. Vincitore del Leone d’oro per il miglior partecipante è il collettivo di architetti tedesco raumlaborberlin con la mostra Instances of urban practice, mentre il Leone d’argento per un promettente giovane partecipante è andato al Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST), think-tank di architettura con base ad Amsterdam e a New York, per il progetto Watermelons, Sardines, Crabs, Sands, and Sediments: Border Ecologies and the Gaza Strip. I premi, che includono anche tre menzioni speciali, sono stati assegnati dalla giuria internazionale presieduta da Kazuyo Sejima (Giappone) e composta da Sandra Barclay (Perù), Lamia Joreige (Libano), Lesley Lokko (Ghana-Scozia) e Luca Molinari (Italia).
L’esposizione Wetland nel padiglione degli Emirati Arabi Uniti all’Arsenale, curata da Wael Al Awar e Kenichi Teramoto, raccoglie i risultati di una ricerca in corso sul processo di cristallizzazione presente nelle sabkhah, un solido ecosistema di saline naturali presenti nel Paese mediorientale. Da qui si potrebbe infatti ricavare un materiale da costruzione rinnovabile in grado di offrire un’alternativa sostenibile al cemento Portland, riducendo così l’impatto sull’ambiente. La mostra include un prototipo su larga scala realizzato con un cemento innovativo ricavato da scarti industriali riciclati, insieme a una serie di immagini delle saline realizzate dall’artista Farah Al Qasimi.
«Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale agli Emirati Arabi Uniti – recita la motivazione della giuria – per un esperimento che ci incoraggia a pensare alla delicata relazione tra spreco e produzione sia a una scala globale che locale, proponendo un modello costruttivo capace di legare artigianalità e tecnologie avanzate».
Per quanto riguarda poi il miglior partecipante, con Instances of urban practice, raumlabor presenta alle Corderie dell’Arsenale due progetti in corso a Berlino: Floating University, situato in un bacino idrico costituito da acque urbane vicino all'ex aeroporto Tempelhof, e Haus der Statistik, appena fuori Alexanderplatz. La mostra, realizzata in collaborazione con Kulturprojekte Berlin, si concentra su questi due spazi di approfondimento per la cultura, che condividono la loro origine in un’iniziativa artistica, che si sviluppa in forme complesse di auto-organizzazione e cooperazione pubblico-civile.
«Leone d’oro per il miglior partecipante alla 17esima Mostra How will we live together? a raumlaborberlin per un approccio progettuale collaborativo di grande ispirazione, che chiama alla partecipazione e alla responsabilità collettiva proponendo due interventi che sono modelli per una rigenerazione civica visionaria».
FAST, vincitore del premio per un promettente giovane partecipante, mette in scena al Padiglione Centrale dei Giardini l’esposizione Watermelons, Sardines, Crabs, Sands, and Sediments: Border Ecologies and the Gaza Strip, che percorre le tracce della trasformazione di una piccola fattoria a Kutzazh, villaggio agricolo situato lungo uno dei confini più militarizzati tra Gaza e Israele, raccontando dieci storie che illustrano la vita quotidiana nell’azienda agricola.
«Leone d’argento per un promettente giovane partecipante alla 17esima Mostra How will we live together? a Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST) per una proposta coraggiosa che ci invita a prendere consapevolezza delle storie divisive, le pratiche agricole, i rituali della vita quotidiana e la condizione dei nuovi insediamenti e dell’occupazione».
Il Consiglio di Amministrazione della Biennale, su proposta di su proposta del curatore dell'evento Hashim Sarkis, ha attribuito il Leone d’oro speciale alla memoria a Lina Bo Bardi, architetto, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana, scomparsa nel 1992, e il Leone d'Oro alla carriera a Rafael Moneo, architetto, docente, teorico dell'architettura e critico spagnolo.
Due menzioni speciali sono state attribuite alle Partecipazioni Nazionali della Russia per l’esposizione Open! (ai Giardini) e alle Filippine per Structures of Mutual Support (all’Arsenale).
L’installazione realizzata dalla Russia, curata da Ippolito Pestellini Laparelli e dedicata al ruolo delle istituzioni culturali odierne, indaga la zona fluida e indeterminata che si trova a cavallo tra lo spazio fisico e quello digitale. Il progetto consiste di tre componenti: la messa in scena di un padiglione semi-vuoto per svelare i dettagli della ristrutturazione del padiglione del 1914 di Alexej Shchusev condotta da KASA Architects; una stazione di gioco che riflette sul potenziale politico dei videogames; una pubblicazione con 28 testi che esplorano modelli alternativi per pensare e agire all’interno delle istituzioni.
«Menzione speciale come partecipazione nazionale alla Russia per una ristrutturazione sensibile e attenta del padiglione storico ai Giardini che si apre allo spazio esterno e al futuro».
L’installazione delle Filippine consiste invece in una piccola biblioteca in legno, realizzata dai curatori del padiglione, gli architetti Sudarshan Varsovia Khadka Jr. e Alexander Eriksson Furunes, insieme ai membri della piattaforma collaborativa GK Enchanted Farm Community. Il tema dell’esposizione è infatti il sostegno reciproco: un metodo di auto-organizzazione e collaborazione tra le comunità per sviluppare la capacità di resilienza e sostenersi a vicenda nelle avversità o nelle crisi, come i cambiamenti stagionali, i disastri naturali e i conflitti armati.
«Menzione speciale come partecipazione nazionale alle Filippine per un esemplare progetto comunitario che genera un archivio ricco di esperienze e pratiche collaborative di costruzione».
C’è infine una terza menzione speciale, assegnata al partecipante keniota Cave_bureau per l’installazione The Anthropocene Museum: Exhibit 3.0 Obsidian Rain al Padiglione Centrale dei Giardini. La mostra consiste in una collezione di pietre di ossidiana appese al soffitto con corda di canapa, che sovrastano un tavolo destinato a ospitare discussioni sull’ambiente e su altri argomenti rilevanti, tra cui lo stato dell’arte architettonica in Kenya, nel continente africano e oltre.
«Menzione speciale al partecipante alla 17esima Mostra "How will we live together?" a Cave_bureau per una esplorazione visionaria e creativa di uno degli ambienti più antichi abitati dall’uomo».
Golden Lion for Best National Participation
United Arab Emirates
Wetland
Commissioner: Salama Bint Hamdan Al Nahyan Foundation
Supporter: UAE Ministry of Culture and Youth
Curators: Wael Al Awar and Kenichi Teramoto
Exhibitors: waiwai, New York University - Abu Dhabi (Amber Lab), University of Tokyo (Sato Lab and Obuchi Lab), American University of Sharjah (Dept. of Biology, Chemistry and Environmental Sciences), Farah Al Qasimi
Publication: written by Ahmed & Rashid Bin Shabib, Co-edited by Wael Al Awar and Kenichi Teramoto, with contribution from Marina Tabassum
Venue: Arsenale
Photos by: Andrea Avezzù, courtesy of La Biennale di Venezia
Two special mentions awarded to the following National Participations
Russia
Open!
Commissioner: Teresa Iarocci Mavica
Curator: Ippolito Pestellini Laparelli
Exibitors: KASA (Kovaleva and Sato Architects), Mikhail Maximov, Lion & Unicorn, Ilia Mazo, Yuliya Kozhemyako, Electric Red, Pavel Milyakov aka Buttechno, Vladmir Rannev
Venue: Giardini
Photos by Francesco Galli, courtesy of La Biennale di Venezia
and
Philippines
Structures of Mutual Support
Commissioner: National Commission for Culture and the Arts (NCCA), Arsenio “Nick” Lizaso, Chairman;
Curators/Exibitors: Framework Collaborative (GK Enchanted Farm Community,
Architects Sudarshan Varsovia Khadka Jr. and Alexander Eriksson Furunes)
Venue: Arsenale
Photos by: Andrea Avezzù, courtesy of La Biennale di Venezia
Golden Lion for the best participant in the 17th Exhibition How will we live together?
raumlaborberlin
(Berlin, Germany)
Instances of Urban Practice
Andrea Hofmann (Germany, 1969), Axel Timm (Germany, 1973), Benjamin Foerster-Baldenius (Germany, 1968), Christof Mayer (Germany, 1967), Florian Stirnemann (Swiss, 1976),
Francesco Apuzzo (Italy, 1972), Frauke Gerstenberg (Germany, 1968),
Jan Liesegang (Germany, 1968) and Markus Bader (Germany, 1968)
Venue: Corderie of the Arsenale
Photos by Marco Zorzanello, courtesy of La Biennale di Venezia
Silver Lion for a promising young participant in the 17th Exhibition How will we live together?
Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST)
(Amsterdam, The Netherlands; New York, USA)
Watermelons, Sardines, Crabs, Sands, and Sediments: Border Ecologies and the Gaza Strip
with contributions by Amir Qudaih (Palestine, 1993) and the Qudaih family (Palestine),
Yael Berda (Israeli, 1976), Sandra Kassenaar (Dutch, 1982),
and Malkit Shoshan (Israeli/ Dutch, 1976)
Venue: Central Pavilion – Giardini
Photos by Francesco Galli, courtesy of La Biennale di Venezia
Special mention to the following Participant
Cave_bureau
(Nairobi, Kenya)
The Anthropocene Museum: Exhibit 3.0 Obsidian Rain
Kabage Karanja (Kenya, 1979) and Stella Mutegi (Kenya, 1979),
in collaboration with Densu Moseti (Kenya, 1986)
Venue: Central Pavilion – Giardin
Photos by Francesco Galli, courtesy of La Biennale di Venezia