Ferrero Technical Center, quando il territorio diventa l’ingrediente principale di un polo d’innovazione tecnica
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Ferrero Technical Center, quando il territorio diventa l’ingrediente principale di un polo d’innovazione tecnica

Componente naturale e umana unite per realizzare un ambiente di lavoro espressione dell’identità aziendale

Frigerio Design Group

Ferrero Technical Center, quando il territorio diventa l’ingrediente principale di un polo d’innovazione tecnica
Scritto da Redazione The Plan -

«Perché fare un libro, oggi, per raccontare un progetto di architettura? Per distillare un’esperienza e dotarla di una memoria. La realizzazione di un’architettura è una testimonianza, ma per raggiungere quel risultato c’è un percorso di cui troppo spesso non rimane traccia». Ecco, è proprio per lasciare un simile segno duraturo in una realtà liquida dall’infinita disponibilità di informazioni che lo studio Frigerio Design Group (FDG) ha deciso di dedicare un’intera monografia a uno dei suoi ultimi progetti, il Ferrero Technical Center, che si apre proprio con queste parole di dichiarazione d’intenti. Il volume, curato da THE PLAN Editions – Gruppo Maggioli, è infatti un vero e proprio viaggio tra i sapori delle Langhe (il territorio scelto dal gruppo Ferrero per questo nuovo headquarter), le potenzialità della sede tanto da un punto di vista architettonico e funzionale quanto umano e relazionale.

«Alba. Langhe. Cuneo. Piemonte. Italia. Europa. Attorno lo sguardo delle Alpi – descrive nel primo capitolo lo scrittore, narratore e viaggiatore Michele Marziani –. La benedizione del Monviso. Poi l’occhio si perde tra le torri, i castelli rimessi a nuovo, le cascine, i ruderi in attesa, le distese di noccioli, le spalle rigogliose e ordinate dei vigneti».

È la vista che si gode dall’interno e tutt’intorno a questo complesso ad alta tecnologia, allo stesso tempo rispettoso dell’ambiente, delle sue persone e profondamente radicato nel territorio. A osservarlo da fuori, infatti, «non si direbbe mai che quel parallelepipedo cieco e trasparente sia una fabbrica – si può leggere a descrizione del concept progettuale –. È pulito, moderno, colorato, proprio all’opposto dell’immagine che abbiamo tutti di un edificio industriale. E quando se ne scopre la vera funzione non si può che restare sorpresi». È quello che la squadra di FDG da sempre definisce effetto “wow”, la volontà e la capacità di stupire gli utenti con un progetto funzionale quanto esteticamente piacevole ed equilibrato con il contesto, oltre che inaspettato.

 

Tra natura e architettura

Ferrero Technical Center

L’unione della componente naturale e quella umana nella realizzazione di questo polo di innovazione tecnica è dunque una delle modalità di espressione trovata dallo studio per mettere in luce l’identità dell’azienda, il suo spirito innovativo, la passione dei suoi protagonisti, ma allo stesso è anche un esempio di materializzazione fisica della slow architecture teorizzata da Frigerio: un’architettura in sintesi attenta all’ambiente e all’ottimizzazione delle risorse, in dialogo costante con il luogo anche in virtù delle numerose vetrate. È anche grazie a queste che il Ferrero Technical Center viene inondato di luce a lungo durante il giorno, evitando così sprechi e abusi legati a un’illuminazione artificiale.

Colori e forme rendono questo polo un landmark, un punto di riferimento fisico ma anche simbolico: il progetto riunisce infatti sotto lo stesso tetto le attività di ricerca, progettazione e costruzione dei macchinari per le fabbriche Ferrero sparse per il mondo. Dell’organizzazione degli uffici, delle officine e dei laboratori si parla nel capitolo incentrato sull’architettura, seguito a sua volta da un approfondimento dedicato alla sostenibilità e alle soluzioni adottate nell’ottica di una ridotta impronta ecologica. Il risultato è un volume compatto, semplice, in grado di massimizzare tutti gli apporti passivi e limitare le risorse per la gestione e per la manutenzione. «Un’architettura semplice, rassicurante e viva, dove la tecnologia non è “urlata” ma è presente – concludono dallo studio FDG –, c’è ma non si vede».

Gli uffici ne sono un esempio emblematico, caratterizzati da pochi elementi fissi, geometrie coordinate e massima flessibilità per allestire i vari spazi: una sorta di landscape, attraversato da un percorso lungo il quale si incontrano “giardini volanti” e “pozzi di luce”, dove le persone trovano nell’arco della giornata ambienti per lavorare, per concentrarsi, per rilassarsi; privacy quando serve, interazione e condivisione quando il momento lo richiede.

 

Frigerio Design Group

Nato a Torino, Enrico Frigerio si laurea in architettura a Genova ed entra nel Workshop di Renzo Piano al cui fianco impara il mestiere. Nel 1991 fonda Frigerio Design Group, che fa della qualità e del rapporto con l’ambiente il proprio obiettivo primario. È promotore della slow architecture, filosofia alla base di un’architettura progressiva a ridotta impronta ecologica che trae dal contesto le sue risorse per la sua definizione.

Tra i suoi progetti più significativi: la tribuna ecologica dell’Autodromo Ferrari di Imola (1992), la sede Sambonet a Orfengo (2004), il Centro sportivo dello Spezia Calcio (2013), la nuova Stazione Elettrica Terna a Capri (2018), l’Headquarter Crédit Agricole Green Life (2018) a Parma, la Zamasport a Novara (2020), il complesso residenziale a Saronno (2020) e la residenza Albòra a Genova (2023).

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