Bella e ricca, cupa e polverosa. Il dito che scorre sul dorso dei libri, il silenzio tra gli scaffali… Siamo nel 2021, nell’era digitale, e questa è l’immagine che ci viene in mente pensando a una biblioteca. Complici le tortuose ambientazioni di Carlos Ruiz Zafon, che nel suo romanzo L’ombra del vento, ci fa entrare nel "Cimitero dei Libri dimenticati", a Barcellona, insieme al protagonsita Daniel Sempere, che si perde anche metaforicamente nelle sezioni inesplorate del suo inconscio. Ma anche la biblioteca del Nome della rosa è buia e angusta, un luogo proibito, segreto e inaccessibile, così come quella di Hogwarts, dove Harry Potter si avventura tra una gara di Quidditch e l'altra.
Siamo affascinati da questi luoghi, dalle biblioteche, eppure a nessuno piace la polvere. Anche perché ora che abbiamo Google a disposizione, a cosa ci serve andare in biblioteca? Perché gli architetti impiegano anni e risorse a progettarne di nuove?
Il fatto è che le biblioteche di oggi non sono polverose. E non sono solo “contenitori di libri”. In biblioteca si lavora, si ascolta musica, si guardano serie tv e ci si riposa, proprio come nel salotto di casa propria. Per farvi capire di cosa parliamo vi portiamo a Stoccolma, nella nuova suggestiva biblioteca di Kirkkonumi, vincitrice del Finlandia Prize for Architecture 2021, ma anche in Oriente, nella Biblioteca Civica Matsubara, totalmente immersa nell'acqua, e in un villaggio di Shangai, dove sorge la Bibliotheater, una biblioteca-teatro a forma di “balena blu”.
Nel paese di Kirkkonummi, a pochi chilometri da Helsinki, c'è una grande piazza che fa da fulcro alla città, sulla quale si affacciano la chiesa medievale in pietra e si tiene il mercato all’aperto. È qui che sorge la biblioteca Fyyri, realizzata negli anni ottanta e che grazie all’intervento dello studio di architettura JKMM architects rafforza il cuore civico della città finlandese. Obiettivo dello Studio, fondato nel 1998 da Asmo Jaaksi, Teemu Kurkela, Samuli Miettinen e Juha Mäki-Jyllilä, è stato quello di dimostrare come le biblioteche possano essere edifici vivaci e multiuso senza però rinnegare l’identità da luogo di lettura e di raccoglimento.
La biblioteca è un luogo che non riguarda più solo i libri, ma la condivisione di conoscenze ed esperienze attraverso più canali,
dichiara Teemu Kurkela, socio fondatore di JKMM.
Il progetto ha ben tenuto presente il contesto urbano ed enfatizzato il rapporto con la chiesa. Ne è venuto fuori un corpo lungo 50 metri che sia per forma che per pendenza somiglia a una rampa che si affaccia sul vicino sagrato, sottolineandoin questo modo il rapporto tra i due edifici, al quale si aggiunge il rimando al patrimonio marittimo della città grazie al rivestimento in scandole di rame. Grazie al dettagliato piano urbano, gli architetti finlandesi hanno attuato la ristrutturazione dell'esistente raddoppiando il volume dell'edificio e introducendo nuovi spazi collettivi, inclusa l'area per eventi e spettacoli, un ampio bar, lo spazio per la lettura delle riviste e una serie di ambienti destinati ad un pubblico più piccolo. La biblioteca riesce così a motivarsi come spazio contemporaneo necessario all'intera comunità.
Anche per questo la biblioteca Fyyri ha vinto il Finlandia Prize for Architecture 2021, scelta fortemente voluta da Esa Saarinen per l'ottava edizione del premio presentato dall'Associazione degli architetti finlandesi (SAFA).
Le nuove generazioni si stanno velocemente abituando a frequentare questi luoghi, anche perché sono i fruitori più vicini ai più recenti modi di apprendere. Le biblioteche stanno infatti procedendo verso una “trasformazione in luoghi dove trovare ispirazione, imparare cose nuove con la lettura, con attività ma anche con lo stare insieme”, sottolinea sempre Teemu Kurkela. "Questo è il motivo per il quale oggi i finlandesi si riferiscono alle biblioteche come salotti pubblici”, conclude.
Gli interni della Fyyri sono in linea con la tradizione modernista finlandese, attenta al design dei mobili su misura e alla funzionalità dei minimi particolari. Interessante il fatto che gli ambienti sono tenuti insieme dalla tonalità ottone, scelta come fil-rouge per sublimare interno ed esterno. In questo modo, il materiale già presente in facciata e che oggi è ancora più apprezzato per le sue proprietà antibatteriche, conferisce una cromia calda e riesce a valorizzare sia gli ambienti dove domina il legno che quelli total white. Tra questi ultimi segnaliamo la sala di lettura principale, scandita dalla successione di pilastri in cemento armato che filtrano la luce e creano ombre che imitano quelle che si formano quando il sole incontra le chiome degli alberi.
Il paesaggio circostante è evidentemente protagonista dell'intero progetto, e con l’intento di utilizzare materiali capaci di ricordare i colori della natura locale la scelta è ricaduta su soluzioni che prevedessero la lana e rivestimenti in feltro, ai quali si è aggiunta l’opera site-specific dell’artista finlandese Petri Vainio che sul soffitto della lobby principale raffigura un letto di canne.
Questa biblioteca è davvero unica nel suo genere: è totalmente immersa nell'acqua. Da dove è nata l'idea? Tutto è partito quando la Prefettura di Osaka ha deciso di sostituire la biblioteca esistente con la Biblioteca Civica Matsubara, nell’omonima città Giapponese. L'edificio originale sorgeva afianco a un laghetto di un parco, sede di gran parte delle strutture culturali della zona. Il concorso per la realizzazione dell’opera prevedeva che i progetti candidati riguardassero la progettazione e la costruzione. La proposta vincente di MARU.architecture ha interpretato il luogo come un contesto progettuale unico, e da ciò è nata l'idea di immergere la biblioteca nell'acqua. Il progetto ha vinto per la sua creatività e razionalizzazione del processo costruttivo e del bilancio di previsione.
Gli architetti hanno immaginato un edificio con pareti esterne che si ergessero possenti nell'acqua. Per proteggere l'edificio dall'acqua, assorbire la forza orizzontale durante i terremoti e fornire l'isolamento necessario, le pareti sono state realizzate in cemento armato con uno spessore di 60 cm. Le finestre sono state posizionate senza eccedere in quantità e in maniera strategica per garantire la luce naturale e per aspirare l'aria fredda ottenuta dal raffreddamento per evaporazione dallo stagno.
È una struttura davvero indimenticabile, che riflette lo scorrere del tempo. Per questo ti consigliamo di leggere >>> questo articolo dedicato all'intero progetto, ai dettagli costruttivi e architettonici.
Quando pensiamo alla scuola, o ripensiamo alla nostra scuola d’infanzia, immaginiamo un edificio singolo che racchiude in sé tutte le funzioni, dalla biblioteca alla palestra fino alla mensa.
Può la scuola cambiare la propria fisionomia e diventare più flessibile?
È quello che hanno fatto gli architetti di OPEN Architecture con il progetto School as Village a Shanghai. La loro idea era rompere la consueta tendenza di realizzare una scuola chiusa in un’unica struttura, decostruendo l’impianto originale e distribuendolo in molti edifici più piccoli e distintivi, formando un campus simile a un villaggio.
La Bibliotheater, progettata per incoraggiare l’immaginazione e il coinvolgimento culturale dei giovani non è solo una biblioteca, ma anche un teatro. Qualcuno ci vede una “balena blu”, altri un transatlantico, la forma compositiva è volutamente accentuata in alcuni elementi architettonici come il colore blu, il tetto inclinato, i lucernari appuntiti o le finestre a forma di oblò. Il teatro, che richiede meno luce naturale e maggior isolamento acustico, occupa la parte inferiore dell’edificio. La biblioteca si trova invece nella parte superiore con spazi di lettura disposti a diverse altezze a seconda delle altezze variabili dei volumi del teatro sottostante.
Abbiamo approfondito l’intero progetto in >>> questo articolo di The Plan, dove trovi in anteprima la gallery della Bibliotheater e il centro culturale dell’intero masterplan.
Photos by: Esa Saarinen, Katja Tähjä
Photography courtesy of OPEN Architecture
Photos by: Kai Nakamura, Shinkenchiku-sha, courtesy of MARU.architecture