Il rovinoso incendio che si sviluppa nel 2017 lungo la zona costiera centrale cilena colpisce e riduce in macerie anche la casa di vacanze Till, rinomato edificio realizzato nel 2011 secondo il progetto dello studio cileno WMR (Felipe Wedeles, Jorge Manieu e Macarena Rabat). In seguito alla distruzione materiale della casa, la committenza indica la volontà di ricostruire l’edificio “com’era e dov’era”, un’espressione il cui significato non è da intendersi in senso letterale, di pura riproduzione, ma di un’adesione a una modalità d’abitare, a un desiderio di continuità nei confronti delle qualità assommate nell’architettura della casa. Il progetto per la ricostruzione sfocia infatti nella casa Till II, individuando nella rielaborazione del progetto precedente la strada d’una ulteriore evoluzione qualitativamente significativa. Il tema di progetto assume e ribadisce gli elementi caratterizzanti l’intervento in relazione alla necessità di una connessione dell’architettura con la natura in termini di una presenza materica riguardosa del luogo e delle sue polarità. La casa si attesta sul crinale di un ripido declivio verso l’oceano Pacifico (un’impervia e grezza scalinata a gradini in legno segue il pendio e congiunge la casa alla spiaggia e all’oceano), si integra con naturalezza nell’orografia accidentata del rilievo costiero; si sviluppa a un livello inferiore rispetto alla strada di accesso in terra battuta, per rendersi così meno visibile e quindi partecipe del paesaggio; e definisce l’essenza dell’architettura costruita nell’adagiarsi in parte sul terreno e nello sporgersi, in parte a sbalzo, verso l’infinito dell’orizzonte oceanico. Questo costituisce il riferimento incessante, necessario e assoluto, di casa Till II.
Due volumi a blocchi di un piano, inframmezzati dalla...
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