United States Olympic and Paralympic Museum

Scritto da Luca Maria Francesco Fabris - 3 novembre 2021

Quest’anno lo studio newyorkese Diller Scofido + Renfro (DS+R) festeggia i quarant’anni di attività. Un’enormità di tempo a cavallo del millennio che pare non avere toccato la freschezza delle idee proposte da questi progettisti che si autodefiniscono cross-genre. E probabilmente proprio in questo sta il loro punto di forza. Basta scorrere il loro website, le immagini di progetti divenuti vere e proprie icone globali dell’architettura contemporanea si mescolano a rimandi che sono appartenenti al mondo dell’arte, della moda, del multimedia e di tutto quello che può essere praticamente associato alla riflessione sull’estetica in genere. Riflessioni che poi si traducono in elementi tangibili e vere realizzazioni che mescolano con equilibrio questi moltiplicatori nelle proprie configurazioni finali. Tutto quello che in mano d’altri potrebbe risultare solo artistico, in DS+R si struttura attraverso scelte tecnologiche innovative o soluzioni architettoniche che rinnovano gli standard e si impongono come riferimento. D’altra parte, tutti i partner dello Studio, che ora sono quattro con l’arrivo nel 2015 di Benjamin Gilmartin, sono anche dediti all’insegnamento e questa è un’ottima palestra per verificare in un ambiente libero idee scevre da compromessi che poi possono essere ricombinate in progetti reali. Per certi versi il lavoro di DS+R è una diretta conseguenza di scelte che si potrebbero definire razionali che tendono verso lo scostamento da un genere preordinato riconosciuto gettando poi le basi per manifestarsi attraverso connotati compositivi e prestazionali inaspettati, è vero, ma senza per questo mai diventare completamente figlie di una transdisciplinarietà fine a se stessa. Incrocio di generi, mai commistione di generi. Per capirci, la High Line è un progetto principalmente di Architettura del Paesaggio, mentre The Shed è...