“Estoa”: un nuovo accesso al campus universitario Udem

Scritto da Raymund Ryan - 17 dicembre 2020

Tutta l’architettura può essere considerata un sistema. Alcune opere architettoniche sono oggetti unici; presentano una forma coerente, perfettamente risolta; probabilmente non si inseriscono nella realtà quotidiana o si isolano da essa; sono “i monumenti e le tombe” di cui parlava Adolf Loos un secolo fa. Altre invece presentano una complessità dinamica essendo formate da più componenti e sono in grado di adattarsi a funzioni diverse; sono opere aperte, con la peculiarità di mutare in relazione all’evoluzione dei contesti e delle finalità.

L’architettura di Tatiana Bilbao opera in un territorio fertile tra questi due orientamenti. In alcuni progetti l’architetto esalta l’uso della forma geometrica come elemento focale del suo linguaggio architettonico. In altri invece, come nella Casa Ventura (THE PLAN 067) sulle colline di Monterrey, crea un modulo flessibile che, adattandosi al terreno, si espande e si contrae: un organismo cellulare con una leggibilità spaziale e materiale.

L’edificio per l’Università di Monterrey (UDEM) è il terzo intervento dell’architetto nella metropoli messicana. Dopo Casa Ventura, Tatiana Bilbao aveva progettato Los Terrenos, una casa per vacanze composta da tre volumi con pareti vetrate riflettenti che richiamano le forme delle capanne primitive adattandole all’uso dell’epoca contemporanea. Il progetto per l’UDEM, con i suoi 110.000 m² (contro i 200 di Los Terrenos), è decisamente più ampio. Ciononostante presenta caratteristiche simili riguardo al sito, alla topografia e alle geometrie formali e informali, e per la capacità delle varie unità di formare un unico insieme.

Il sito del progetto è adiacente all’edificio del Centro Roberto Garza Sada di Tadao Ando, conosciuto con l’appellativo di “Gate of...