Penso che in tutte le città ci siano strade e vie che sono conosciute da tutti, anche senza averle mai frequentate. E non sto parlando di quelle vie famose per lo shopping o la vita notturna, ma di quelle strade prettamente residenziali che nel tempo spesso millenario delle città europee hanno una funzione di cerniera fra quartieri, diventando passaggi che servivano come riferimento nelle mappe mentali dei cittadini d’allora e continuano ad essere importanti oggi, anche se tutti abbiamo il navigatore sul telefono mobile. Via Canonica a Milano è una di queste. È una via, ora centralissima, che collegava a settentrione, fuori dal centro città d’allora, l’est con l’ovest, in una Milano ancora legata all’agricoltura, aperta all’artigianato e ammiccante all’industria. E sono questi i tre ingredienti sociali che hanno creato la mixité moderna del tessuto umano milanese (contadini, artigiani e operai) e inventato una forma residenziale come le “case a ringhiera”, le residenze servite da lunghi ballatoi che sono ancora l’essenza di tanta Milano contemporanea. Lo studio deamicisarchitetti ha avuto la fortuna e anche l’onere di rivitalizzare uno di questi impianti residenziali storici in Via Canonica dandoci una lezione su come sia possibile rimanere fedeli alla tradizione e al tempo stesso interpretarla per ottenere una dimensione architettonica propriamente contemporanea.
La situazione trovata dai progettisti al momento dell’affido dell’incarico è fatiscente. Sul lotto, che porta ancora le ferite del dopoguerra, si sono sovrapposti interventi di nuova costruzione apportati mezzo secolo fa che hanno stravolto l’impianto originario degli edifici a ballatoio e disallineato in altezza la facciata continua che seguiva Via Canonica. Lo Studio decide così di progettare tenendo conto della memoria storica dell’edificato,...
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