All’interno dell’omogenea griglia ortogonale delle strade torinesi, il nucleo più antico è rappresentato dal Quadrilatero Romano, dove la rete si fa più densa e rivela la matrice generatrice romana dell’impianto urbano di Torino. I confini di quell’originario insediamento sono ancora facilmente individuabili, segnati dal cambio di sezione e di carattere delle vie e delle piazze che ne costituiscono il bordo.
Lungo via Cernaia, margine meridionale della parte più antica, i giardini La Marmora incorniciano e introducono il Palazzo della Luce, architettura eclettica d’inizio ‘900, ispirata per monumentalità e posizione al Palazzo Madama di piazza Castello di Juvarra. La sontuosità che ne consente il paragone con uno degli edifici più rappresentativi del barocco torinese sta nello splendore della facciata, nei suoi ornamenti e nelle sue sculture, nell’eleganza dell’atrio, nella grandezza delle scalinate e nella preziosità dei materiali utilizzati.
Palazzo della Luce, con la sua storia e con l’avvicendarsi di differenti proprietari, racconta un frammento di storia urbana torinese dell’ultimo secolo fino a oggi. Progettato nel 1915 dall’architetto Ceresa per ospitare la nuova sede della Cassa di Risparmio di Torino, già nel 1925 venne venduto, ancora incompiuto, alla Società Idroelettrica Piemontese (SIP) che lo completò e vi insediò i propri uffici e le direzioni; da qui vennero irradiate le prime trasmissioni radiofoniche pubbliche. Con la nazionalizzazione dell’industria energetica negli anni Sessanta, Palazzo della Luce divenne proprietà di Enel fino a quando, in tempi recenti, un fondo immobiliare ne ha acquisito la proprietà e ne ha avviato un importante processo di valorizzazione e riqualificazione architettonica.
Lo studio torinese di Peter Jaeger Architetti ha...
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