Polo tecnologico NOI Techpark Bozen

Scritto da Luca Maria Francesco Fabris - 28 marzo 2018

La Storia, quella con la S maiuscola, anche in architettura alle volte si prende delle rivincite e scrive nuovi capitoli per luoghi pensati per avere un ruolo che poi nel tempo diventano altro, si trasformano non solo fisicamente, ma anche idealmente, diventando nuovi testimoni di un futuro inaspettato. A Bolzano, nella periferia meridionale della città, durante il periodo fascista il regime aveva voluto creare dal nulla un polo industriale metallurgico per dimostrare la forza della dittatura in una terra da poco divenuta italiana e sottolineare la sua fiducia nel progresso della meccanica in un’area allora immersa in una condizione prevalentemente rurale. Nasce così, nel 1937, l’impianto “Alumix” per la produzione di alluminio del Gruppo Montecatini, un complesso industriale modello e moderno racchiuso all’interno di un’architettura figlia del Razionalismo italiano e del rigore pulito del Bauhaus tedesco. Con la dismissione della Montecatini negli anni ’80 del secolo scorso, la fabbrica diventa un elemento scomodo all’interno del tessuto cittadino sia per la sua grandezza, 12 ettari di superficie, sia per il suo retaggio storico ingombrante. Ma una visione veramente lungimirante porta la Provincia Autonoma di Bolzano prima all’acquisizione dell’area, oramai inserita tra le archeologie industriali italiane (2004), e poi, tramite la controllata BLS Business Location, al suo ripensamento come nuovo polo tecnologico della provincia capace di riunire in un unico luogo la Libera Università di Bolzano e i vari centri di ricerca sparsi sul proprio territorio. Nell’ottobre dello scorso anno, dieci anni dopo l’avvio del concorso di idee per la riprogettazione dell’area, della sua bonifica e dei lavori di progettazione (2008-’12) e di costruzione, è stata inaugurata la prima fase del NOI (Nature of Innovation) Techpark ad opera dello studio bolzanino Claudio...