Il 2017 assomiglia molto all’anno della consacrazione di Mario Cucinella. Tornato in Italia nel 1999 dopo un’esperienza quinquennale nel parigino Renzo Piano Building Workshop (esordendo come capocantiere del Lingotto a Torino nel 1988), quest’anno ha inaugurato la Casa della Musica di Pieve di Cento insieme con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricevuto l’incarico del PRG di Camerino - vale a dire la zona rossa più grande fra tutti i centri colpiti dai terremoti del 2016 -, ha ricevuto lo AIA Honorary Fellowship a Miami, aperto uno studio a New York e infine ricevuto l’incarico di curatore del padiglione italiano alla prossima Biennale di Venezia. È in Emilia che è riuscito a terminare i suoi progetti legati al sisma del 2012. Pieve di Cento è una piccola città che fa da spartiacque fra le province di Bologna e Ferrara, in un territorio reso celebre dai racconti di Gianni Celati, cresciuto da queste parti, e oggi molto frammentato per i molti siti produttivi del biomedicale e della meccanica sparsi qua e là, tra pieni e vuoti, anche se «il vuoto in Emilia di solito o è un campo di grano o è un parcheggio» come giustamente precisa Cucinella. La Casa della Musica è un insieme di volumi cilindrici, come tante rotoballe di fieno rovesciate sul lato tondo, volumi estremamente ordinari della bassa emiliana. Si tratta dell’ampliamento del liceo musicale, localizzato in periferia tra alcune anonime lottizzazioni e una fabbrica in disuso. L’area verde era incolta e con una centralina elettrica non più funzionante. La sostenibilità non è quella filosofia stereotipata con cui viene propagandata dai media con una retorica naif che riecheggia quella che Colin Rowe chiamava L’architettura delle buone intenzioni. Al contrario di ciò che si pensa, la sostenibilità non è infatti solo innovazione...
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