Una casa destinata a periodi di vacanze, posizionata in una radura pianeggiante all’interno di vegetazione d’alto fusto, in un raffronto a distanza con l’orizzonte visivo segnato dall’Oceano Pacifico. Il volume si sviluppa secondo un concetto di linearità orizzontale, proponendo un forte accento attraverso la tensione della copertura che aggetta sui prospetti orientati a sudovest e nordest. La villa sedimenta, nel valore fondativo ed espressivo della linearità, un’articolazione compositiva che si esplicita assecondando il ritmo regolare degli elementi strutturali in legno lamellare di tonalità scura, che tracciano un’orditura evidenziata, marcatamente visibile: si distinguono le sequenze di pilastri e le travi longitudinali principali a vista, si accentua il passo serrato delle travi secondarie in legno lamellare che sorreggono trasversalmente la copertura piana ed appaiono alla vista sia negli aggetti sul filo di facciata sia all’intradosso della soletta negli interni. Una scelta architettonica, per fomentare un’espressività radicata nella coniugazione di tecnica costruttiva e qualità degli spazi, individuando un principio costitutivo - la declinazione della linearità - per la formalizzazione dell’architettura. Due livelli per l’abitazione: la villa di vacanze si distende nella radura fra gli alti fusti della vegetazione e sovrappone differenti modalità dell’abitare nella medesima sagoma volumetrica, accorpando in una stessa identità architettonica possibili suggestioni nella suddivisione di utilizzazione, secondo obiettivi programmatici - forse anche funzionali - di separare in modo elegante i vari luoghi dell’abitare: il luogo dell’abitazione principale, al livello superiore; lo spazio per le attività comuni aperto e transitabile senza barriere fra interno ed esterno al centro del piano terreno, la porzione di residenza dove si raccolgono gli spazi di accoglienza per gli ospiti, senza frapporre fra l’uno e l’altro luogo dell’abitare gerarchie topografiche...
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