In un momento in cui si pone sempre di più l’accento sulla necessità di integrazione tra tecnologie soft e tecniche hard nel progettare l’architettura, è piacevole prendere un respiro e potere riflettere su un progetto architettonico che si integra perfettamente con l’ambiente circostante senza essere mimetico. Una bella prova, quella realizzata da Marco Castelletti nel New Jersey con la costruzione ex-novo di un impianto industriale per una delle maggiori industrie salumiere italiane, la Fratelli Beretta, ormai giunta al suo terzo stabilimento sul territorio statunitense per soddisfare il mercato locale con le tante specialità italiane (come si sa, le leggi riguardanti l’importazione degli insaccati in America sono molto restrittive - tutti ricordiamo la commedia La mortadella, girata dal regista Monicelli nel 1971, in cui l’immigrante Sophia Loren viene bloccata in aeroporto a New York appunto per avere con sé il famoso insaccato bolognese…). Castelletti, che aveva già collaborato con la Fratelli Beretta a Milano per un padiglione dedicato all’interno dell’EXPO 2015, definisce, con il linguaggio compositivo pulito e limpido che lo contraddistingue, un impianto industriale di circa 20.000 mq. Il centro produttivo a Mount Olive si trova all’interno di una zona industriale, ma gli spazi tra un lotto e l’altro sono tali da accogliere sufficiente spazio per sentirsi immersi nel verde grazie all’abbraccio delle alture boschive del “Garden State” - il soprannome del New Jersey -, che delimitano l’area verso occidente. Tutto questo sembra quasi stridere con il fatto che ci troviamo a meno di cento chilometri dalla metropoli newyorchese. Eppure qui pare d’essere in aperta campagna. Anzi pare d’essere ancora immersi nella Natura e di poterne sentire il respiro. Castelletti racconta che quando ha affrontato questo progetto è...
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