Un incrocio essenziale fra arte ed architettura domina, nel Conrad Hotel a New York, la spazialità interna dell’atrio, un vuoto a tutt’altezza in cui si diluisce un’astratta luminosità zenitale. Il rinnovo degli interni coinvolge ambienti correlati all’atrio, dal ristorante alla nuova area di commercializzazione di oggettistica e raffinati souvenir, che viene concepita come un punto di eleganza silenziosa ed efficace. La gigantesca e monumentale impresa artistica di Sol LeWitt - Loopy Doopy (Blue and Purple), 1999/2000 - sale sulla parete per dodici piani, con una geometria dinamica di segni e colori, tasselli assemblati che si intessono in una fluidità evocativa, una immaginifica traslucenza: un’opera emblematica, che affaccia sullo spazio sopraelevato dell’atrio, accessibile da opposte scalinate asimmetriche con corrimano metallici divergenti. Lo spazio interno si colma della presenza di opere d’arte e determina un invito ad accostarsi alla molteplicità espressiva dell’arte, un valore caratterizzante come un itinerario nella contemporaneità. L’architettura si distende nello spazio verticale dell’atrio e ne dilata gli stimoli sensoriali: il progetto concepisce lo spazio-volume del vuoto interno come un elemento altrettanto fluido, in cui un’architettura dell’impalpabile fluttua con eleganza e coerenza. Barre curvilinee d’acciaio sbalzano dall’ultimo livello di piano, disegnano tracciati complessi nello spazio, costruiscono in materia concreta una successione dinamica. A tale struttura aerea si aggrappano filamenti in fibra polimerica, che si distendono in “veli” traslucenti, quasi immateriali, eterei “volumi” troncoconici che si racchiudono al livello inferiore con anelli in acciaio: nell’atrio di luce, fili ed anelli - materiali contrapposti - accompagnano e sezionano la verticalità dello spazio,...
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