Impressioni urbane di un architetto di paese

Scritto da Stefano Pujatti - 30 settembre 2015

Gli organismi viventi si trasformano in continuazione, questi mutamenti spesso non avvengono in continuità ma tramite salti e accelerazioni che spiazzano la percezione ed i rapporti che li compongono. Ciò avviene in modo evidente nella metamorfosi delle farfalle o delle rane, ma anche nei mammiferi il passaggio tra cucciolo e animale adulto passa tramite una fase intermedia, indefinita, in cui l’animale appare irriconoscibile.

Stiamo parlando di ciò che per gli esseri umani passa sotto il nome di adolescenza, un periodo fatto di incertezze e di sproporzioni, in cui cambia il corpo e cambia il modo di percepire tutto ciò che con esso si relaziona.

Le città sono esse stesse degli organismi, composti di e da altri sub-organismi. Crescono seguendo regole che proviamo a codificare ma che molto spesso non siamo capaci di decifrare né tanto meno di controllare.

Un’incapacità che è emersa soprattutto quando le forme urbane cui eravamo abituati sono mutate velocemente come è successo negli ultimi decenni.

Nella geografia globale, se in generale la città europea vive una fase piuttosto stabile, tendente alla decrescita, alcune metropoli americane insieme a quelle nelle economie in via di sviluppo crescono velocemente con fenomeni urbani singolari ma di interesse globale.

Tra queste metropoli che ridisegnano la geografia urbana globale un posto importante è occupato da Toronto. è la città capoluogo della provincia dell’Ontario e assieme alle piccole città “satellite“ cresciute in contiguità con i suoi confini (GTA Greater Toronto Area) ospita più di 6 milioni di abitanti (1/6 dell’intera popolazione canadese) seguendo un trend in continua crescita di circa 100 mila nuovi arrivi all’anno.

Meno “europea“ di Montreal e più simile...