Polo studentesco

Gli edifici al confine orientale del campus rappresentano con la loro sobrietà un punto di riferimento per la sequenza architettonica che li precede. Le facciate a scacchi neri e bianchi creano un legame visivo con il rivestimento grigio e bianco dell’intervento di Carme Pinós. L’architetto ha privilegiato una distribuzione orizzontale dei volumi rispetto a uno sviluppo verticale e proteso verso l’alto; il complesso è stato inoltre paragonato da Abe a tanti millefoglie per via della sovrapposizione di strati sottili.
Il progetto prevede due blocchi principali oblunghi, separati da un atrio centrale e rivestiti da una facciata continua con aperture in vetro oscurante alternate a pannelli bianchi. La struttura è connotata da un andamento curvilineo che va a garantire delicatezza e movimento.
In tutto si contano cinque edifici: tre lungo il perimetro meridionale del sito, in leggera sovrapposizione tra loro, due che corrono più o meno paralleli ai precedenti. La singolarità delle facciate è legata all’eterogeneità delle partizioni verticali, deformate ciascuna secondo una propria curvatura; in questo modo vanno a presentarsi in successione una serie di leggeri aggetti e recessi. Questa scelta, assieme al disegno bianco e nero, conferisce al prospetto sinuosità e grazia.
All’interno, negli atri di limitate dimensioni, le curve di scale e rampe si fanno più audaci e sfidano il concetto di rigidità, andando così a evitare la riproposizione di lunghi corridoi anonimi. Le piazze tra gli edifici sono state progettate dallo studio per favorire l’aggregazione studentesca, sebbene lo scenario sia ancora un po’ spoglio e sarebbe auspicabile inserire ulteriori panchine ed elementi di vegetazione.

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