Il nuovo acquario nazionale danese, propone un’esperienza sensoriale di notevole spettro, sin dall’esterno. L’edificio sostituisce l’acquario che era stato inaugurato nel 1939, pochi mesi prima dello scoppio della Seconda Guerra mondiale: il complesso è arricchito di apporti tecnologici, dall’allestimento alla comunicazione, e supporti didattici, fra strumenti interattivi, proiezioni, ricostruzioni ambientali. L’acquario si rivolge ad un vasto pubblico ed indirizza ad una conoscenza ravvicinata della vita nel mare e negli ambienti fluviali e lacustri, attraverso un percorso organizzato su plurime direzioni, in modo da lasciare ampie facoltà di scelta al visitatore. L’intera architettura, sia l’esterno sia gli interni, è chiaramente ordinata in senso evocativo e simbolico, una consistenza duttile che si può connotare secondo molteplici possibilità interpretative. Astrazione e principi di naturalismo coesistono in un medesimo corpo architettonico, in una visione progettuale di notevole forza espressiva e funzionale, che assomma piani incrociati d’orientamento. L’edificio sviluppa una serie di riferimenti per immagini e associazioni mentali, rivelando un notevole potere seduttivo.
La costruzione, a struttura in cemento armato e acciaio, è filante sul profilo dell’orizzonte, si distende in una forma di pianta che può essere assimilata contemporaneamente alla rappresentazione di un vortice che si apre nelle acque e a una stella marina, osservando i bracci allungati dell’edificio sul terreno di pertinenza. Una forma, inoltre, che agevolerebbe eventuali ampliamenti degli spazi espositivi, senza dover introdurre pesanti modifiche all’assetto dell’edificio. Dinamicità e staticità, il mondo dei fenomeni fisici e il mondo della biologia marina, per riassumere una varietà di riferimenti, in cui il divenire del mondo...
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