Davanti all’intervento su un contesto esistente, più o meno antico, più o meno di valore, il dilemma oscilla tra due posizioni: assecondare la memoria storica e restituire fedelmente l’immagine ereditata dal passato o reinterpretare e modificare in maniera contemporanea?
Il progetto per casa Venturini sembra trovare il compromesso tra le duplici tensioni, con un intervento conservativo e contemporaneo al tempo stesso, nel momento in cui l’essenza e l’identità dell’abitare rimangono immutati, ma arricchiti di nuovi spazi.
La residenza sorge vicino allo storico mercato coperto di Abasto, nel centro di Buenos Aires. Come il vicino mercato, la casa della famiglia Venturini ha accolto negli anni molteplici usi, strati di memoria che si sono depositati sui muri.
Quando venne costruita, tipo residenziale comune del centro di Buenos Aires, era utilizzata come casa di affitto: l’affittuario occupava l’unità all’interno del lotto, il proprietario quella con affaccio su strada. Il degrado e la svalutazione del centro storico durante l’ultimo secolo hanno trasformato questo tipo di residenze in case popolari.
Dall’esterno, ad uno sguardo veloce, poco o nulla sembra cambiato: nessun intervento visibile e sfrontato deforma l’affaccio urbano, piccoli dettagli, come il sistema di oscuramento e le linee pulite e rigorose della sopraelevazione testimoniano un cambiamento introverso e discreto.
Il progetto può essere descritto in tre passaggi: estrazione, ri-descrizione e addizione. La prima azione consiste nello svelamento della struttura originaria spaziale, invariante identitaria dello spazio dell’abitare. Rimangono il bianco e il grigio della facciata, gli stucchi discreti degli interni, le decorazioni in ferro battuto delle balaustre, la vetrata colorata che illumina la scala dall’alto, il vecchio parquet scricchiolante nelle camere,...
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