Un crescente numero di giovani architetti cinesi, ricchi di talento, hanno recentemente iniziato ad imporsi nei concorsi, aggiudicandosi incarichi per ogni tipo di progetti, dai grattacieli ai campus universitari, dagli edifici pubblici a piccoli capolavori architettonici. Molti hanno studiato e acquisito esperienza all’estero prima di ritornare in patria e avviare il proprio studio. Sono spinti da un ottimismo sorprendente, considerato il contesto in cui operano, dove ad imprenditori sempre più avidi di profitti si aggiunge una rigida burocrazia. Sono inoltre costretti a contendersi gli incarichi con grandi architetti di tutto il mondo oltreché con i potenti Istituti statali che fino a undici anni fa detenevano il monopolio della progettazione ingegneristica e architettonica del paese. Non hanno ancora conquistato un ruolo di primo piano, sebbene abbiano, in pochi anni di attività, prodotto risultati a volte più significativi dei loro contemporanei occidentali. Xu Tiantian, dopo un master ad Harvard, è stata fondatrice nel 2004 dello studio DnA: “Sebbene non manchi qualche motivo di frustrazione, lavorare in Cina in questo momento è ampiamente stimolante”, osserva. “L’ambizione di emergere nella società spinge a sperimentare possibilità non ancora esplorate”.
Uno degli esordienti più rispettati è Wang Shu dell’Amateur Architecture Studio che insegna e lavora ad Hangzhou, antica città imperiale. All’età di 38 anni si è aggiudicato l’incarico per la costruzione del nuovo campus per 5.000 studenti della prestigiosa China Art Academy, da sviluppare su un territorio agricolo ai confini della città. Il progetto comprende ventuno edifici distribuiti nel verde e ricorre all’acqua per ricreare le proporzioni equilibrate delle antiche città attraversate da canali oramai inghiottite da Shanghai e dai centri limitrofi. Le tradizionali tegole cinesi caratterizzano le coperture ondulate, a richiamare stilemi antichi, ma realizzate con struttura in calcestruzzo armato....
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