Per il nuovo Centro di Informazione e Documentazione a Bergen-Belsen, luogo della memoria di un campo nazista di concentramento e per prigionieri di guerra, è stato indetto nel 2003 un concorso d’architettura.
I vincitori, architetti Engel e Zimmermann, hanno concepito il monumento come monolite, un blocco relativamente snello, lungo duecento metri e largo diciotto. Con due piani fuori terra, rigorosamente strutturato in termini di funzionalità, l’edificio si situa lungo i margini dell’antico perimetro del Lager, di cui si sono conservate soltanto poche tracce visibili, e sorge come una scultura percorribile che si estende dinamicamente nella foresta di Heidewald.
Il progetto compie scelte esplicite e radicali, nell’intento di dar vita ad un’opera architettonica di forte significato emotivo. Il monumento si esprime nella forma geometrica netta e dura, nella limitazione a pochissimi materiali monocromi, nell’assenza di elementi decorativi, mostrando la fisicità del volume di grandi dimensioni, che si interrompe soltanto con nicchie e aperture di segno minimalista.
Il silenzio, la purezza dell’architettura, la tensione astratta delle forme e dei materiali, cemento a vista e vetro, costruiscono una densa evocazione del terrore di quell’epoca, nel luogo in cui si sono perpetrati orrendi crimini contro l’umanità. Il progetto rappresenta con vigore l’importanza di unire l’identità di luogo della memoria e della sofferenza con la funzione documentaria di ciò che era il nazismo.
L’edificio si pone sull’antica direttrice che collegava Celle a Hörste, prima che la costruzione del Lager variasse l’andamento topografico. L’entrata, con la sua carica simbolica ed evocativa, sembra essere ritagliata nella solida parete in cemento a vista. In pianta si individuano due nuclei separati: dalla parete vetrata d’ingresso si accede alla zona d’accoglienza con gli spazi informativi e di servizio, mentre la zona espositiva principale si colloca nel secondo...
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