L’idea progettuale di Peter Marino si basa su una lettura storica del marchio Fendi, nato 80 anni fa a Roma. Da questa ricerca sono stati identificati alcuni materiali tratti dalla tradizione romana: il travertino con le sue striature orizzontali, i sampietrini delle strade, l’ossido che si incrosta sulla pietra delle fontane. Anche l’impostazione del progetto suggerisce elementi del linguaggio architettonico romano, riletti però attraverso un design contemporaneo e l’uso di tecnologie all’avanguardia. La committenza chiedeva la stesura di un concept architettonico per un negozio prototipo, capace di comunicare chiaramente l’identità aziendale: questo sarebbe poi stato interpretato dallo studio Marino, insieme agli architetti dell’ufficio tecnico Fendi e agli architetti locali per i singoli negozi in tutto il mondo.
Il progetto del primo negozio, realizzato a Roma, ha dovuto adeguarsi ai severi vincoli normativi e strutturali imposti dalla tutela dello storico palazzo Boncompagni Ludovisi. Lo studio Marino, sfruttando la rigidità dello stato di fatto, si è concentrato sulla progettazione dei singoli ambienti, creando una serie di percorsi orizzontali e verticali di collegamento. A New York la sfida progettuale stava nel recuperare il format dello showroom romano. La maggiore libertà consentita dalla struttura dell’edificio sulla quinta strada, composta da un telaio di putrelle di acciaio con solai in calcestruzzo armato, ha portato verso interpretazioni meno vincolate, e la realizzazione di volumi più espressivi e scenografici.
Anche la facciata del palazzo ha offerto l’occasione per ripensare ed estendere il progetto tipo oltre i limiti dell’architettura d’interni, interessando anche le parti esterne della facciata. I primi due piani, lo zoccolo del palazzo, avevano subito diverse ristrutturazioni poco coerenti. Il conseguente degrado architettonico e la mancanza di specifici vincoli hanno reso possibile, anzi necessario, un intervento più...
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