In una zona marginale di Barcellona, dove un tempo erano relegati tutti gli impianti e i servizi più inquinanti, accanto a un’area dismessa, ora si sviluppa uno dei più vasti spazi pubblici naturali della città. l’idea progettuale corrisponde ad una visione strategica di valorizzazione dei luoghi ai margini della città, già destinati ad insediamenti industriali e di servizio, in un’operazione complessa e di notevole significato, anche emblematicamente politico in quanto manifestazione di sensibilità ed attenzione alle istanze ambientali, multiculturali e per il recupero ad uso pubblico di un intero comparto urbano. In questo senso, il progetto si inserisce nelle tematiche di “sostenibilità” architettonico-ambientali affrontate nel Forum 2004, di cui il parco del litorale nord-est è parte integrante. Nell’area d’intervento si collocano servizi per la fornitura di energia, la raccolta di pneumatici usati, il bacino idrico, gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, le attrezzature per la rete di distribuzione del gas e l’ampliamento dell’inceneritore esistente, comprendendo inoltre un edificio per uffici ed Ecomuseo, un impianto di riciclaggio e il parco ecologico. La visione progettuale di Abalos e Herreros, che si orienta alla dissoluzione dell’opposizione fra naturale ed artificiale nella ricerca di un nuovo radicale concetto di “natura”, in un amalgama di architettura e paesaggio, fa interagire obiettivi estetici con strumenti e tecniche “ibridi”, propri della commistione contemporanea di culture e forme: il progetto è un’opera congiunta di rinaturalizzazione e di architettura, pienamente inserita nelle prospettive ed idee di architetti che non disdegnano di occuparsi di “impianti per rifiuti” e di spiagge artificiali.
La complessità dell’iniziativa si è dimostrata evidente dall’inizio, sia per la dimensione, sia per la necessità di modificare il profilo della costa, sottraendo al mare un tratto di un centinaio di metri per la formazione di una...
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