Il progetto propone uno skyline alla scala delle Alpi con distribuzione interna dove ai corridoi tradizionali si sostituisce una rete di strade urbane con improvvisi squarci sul paesaggio circostante.
Un progetto in sintonia con le caratteristiche ambientali e in particolare la presenza di un landmark che nello stesso tempo intervenga sul “luogo di lavoro “ con delle prospettive più innovative.
La presenza di un arco imponente di montagne, soprattutto quando ammantate di neve, ha suggerito una sequenza di terrazze degradanti, giardini sospesi e patii interni, che si affacciano sul paesaggio, tali da confondersi col paesaggio circostante.
La forma del lotto triangolare allungata viene esaltata dalla prua appuntita del volume costruito, dove è concentrata la massima altezza.
Trasparenza e vibrabilita’ sono i principi che hanno guidato la ricerca di tessiture per le superfici esterne: una sequenza di canne di cedro di spessore variabile, degli schermi di lamiera punzonata di corten a formare quasi un grande merletto; l’alternarsi o il sovrapporsi di queste due “pelli” crea l’effetto di uno schermo immateriale della massima trasparenza.
La suggestione per il visitatore è di immergersi in un’atmosfera in cui la luce naturale che filtra con inclinazioni e direzioni diverse, determina un percorso simbolico e funzionale insieme.
La ricerca dei materiali da utilizzare è iniziata insieme alle prime elaborazioni del progetto.
La lamiera punzonta di corten diventa la protagonista, le alte pareti traforate rendono nel contempo la superficie vibratile sotto la luce.
Una selva di canne lignee fanno da filtro alla luce. Le canne hanno anche una loro connotazione olfattiva, poiché sono in legno di cedro e profumano quando vengono bagnate dalla pioggia.
L’opera non viene consegnata come un prodotto finito, ma come un organismo all’inizio di un nuovo processo di trasformazione, che sarà operato dalla natura nel tempo
Il risultato finale è una varietà di sfumature che attenua fortemente l'impatto del costruito per il suo grado di armonizzazione con l'ambiente circostante.
Toti Semerano nato a Padova nel 1941.Durante i suoi trent'anni di esperienza professionale, mescola con la stessa passione tecniche innovative con materiali tradizionali, per creare nuove forme che siano aperte a continue trasformazioni. I suoi lavori hanno ricevuto importanti riconoscimenti: Atelier Marco Bagnoli, finalista al Eu mies Awards 2019; vincitore del 2018 The Plan Award categoria Housing con la Residenza Sansovino, Jacaranda Center categoria Health e menzione con RedidenceOffice Center nella categoria Mixed use; vincitore del 2015 del progetto speciale The Plan Award. Nel 2017 premio di Architettura città di Oderzo; nel PIDA2012-Prize to the Career, il ristorante "Perchè" di Roncade (Treviso, Italia), , è stato selezionato per l'Italian Architecture Golden Medal Award; il progetto De Masi House (2008) è stato premiato alla biennale internazionale di architettura Barbara Cappochin.