Il progetto consiste nel recupero interno di un locale al piano terra di un edificio Novecentesco nel centro storico di Treviso.
Lo stato di fatto si presenta come uno spazio privo di qualità e frammentato. Gli unici valori sono riscontrabili nell'affaccio sulla piazza e nel reperimento di alcune lampade originali degli anni '60, che sono state ripulite e sono diventate elementi di progetto.
Gli interventi edilizi principali consistono nella demolizione di porzioni di pareti interne, nel rifacimento dei controsoffitti e l'allargamento di una porta secondaria sul retro. A questi seguono poi il rifacimento delle finiture e la progettazione dell'arredamento interno.
La scelta progettuale sta a sottolineare l'aspetto longitudinale dello spazio: i due segni paralleli dei banconi scandiscono l'interno e guidano l'occhio del visitatore verso due prospettive lineari.
La linearità dell'ambiente viene accentuata dai due binari per l'illuminazione: ogni elemento tecnico diventa in questo modo pretesto per accentuare un tema spaziale.
Una nicchia privata rivestita da gres seminato nei toni dell'antracite che ricorda il ceppo di grè, nasconde al suo interno la preparazione dei panini e toast fatti con pane artigianale e ingredienti di qualità.
All'essenzialità dei gesti progettuali si abbina una ponderata scelta dei materiali: un tappeto ligneo di rovere termocotto a spina di pesce si innesta sopra al pavimento esistente. Lo stesso legno scuro viene poi utilizzato nei banconi. Le pareti vengono tinteggiate di un verde scozzese che si declina anche nella laccatura degli armadi contenitivi.
A completamento di queste due tonalità interviene la preziosità dell'ottone, a cui viene applicata un'ossidazione manuale in grado di conferire effetti cromatici sempre differenti e cangianti dai toni del giallo al rosso.
L'ottone viene utilizzato nel rivestimento dei pilastri centrali, nella modanatura plissettata dei banconi, nelle spine della birra e in altri elementi costituenti arredi e profili. A questo vengono poi affiancati specchi dal sapore anticato e vetri retroverniciati con una rete bronzata all'interno.
La grafica studiata da Paolo Vendramini è il giusto contrappunto ironico all'essenzialtà dell'approccio progettuale.
L'atmosfera elegante e rilassata al contempo crea uno spazio intimo dato dalla combinazione di materiali, textures e luce calibrata, componenti importanti per un'esperienza immersiva nel mondo della birra artigianale.
Credits
Treviso
Italia
Privato
11/2018
100 mq
Edoardo Gherardi
Marco Gennaro, Federica De Marchi, Veronica Gallina
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Studio A+ Gianni Aggio (impianti), Macrolux (illuminazione), Studio Toso Riccio (ingegne-ria)
Macrolux, Adielle, Marazzi
Marco Zanta, Gherardiarchitetti
Curriculum
Edoardo Gherardi è nato nel 1973 e si è laureato con lode nel 1999 presso lo IUAV di Venezia. Ha fondato Gherardiarchitetti nel 2000 a Treviso e Castelfranco Veneto (Italia).
Ha vinto il terzo premio al concorso internazionale Young & Design nel 2006 e nel 2007, l’Iconic Awards nel 2017 e il German Design Award nel 2018. È stato selezionato per il Premio Compasso d’Oro nel 2018. È art director di diverse aziende nel mondo del mobile.
L’ufficio opera in molti settori: urbanistica, progettazione architettonica, interior, design del prodotto e navale. Ha seguito l’allestimento delle principali mostre d’arte in Italia e attualmente segue oltre 80 progetti in Svizzera, Medio ed Estremo Oriente e in tutto il mondo.
La molteplicità dei progetti è seguita con lo stesso approccio, che si tratti di piccole o grandi dimensioni: attenzione ai dettagli, qualità ambientale, qualità architettonica, a partire dalle forme del paesaggio, dalla storia e dalle pratiche sociali.