Il Museo è collocato nella villa liberty d’inizio Novecento progettata da Alfredo Campanini a Cernobbio, sul lago di Como. In questo nuovo approccio museale è la villa stessa a raccontarsi e a condurre i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato, a partire dal 1906 – anno della costruzione – ad oggi, con il supporto di soluzioni tecnologiche e di design, come gli show-box/totem appositamente disegnati da Luca Moretto per ogni sala, rivestiti con wallpaper Morris & Co. Non si tratta, dunque, di un museo nel senso tradizionale del termine, bensì di un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali (curiosare nei cassetti, assaggiare qualcosa di dolce, rispondere al telefono…). Il Museo di Villa Bernasconi è un luogo culturale accogliente (con un richiamo alla sua prima vocazione e destinazione d’uso: una casa) e anticonvenzionale che attualizza il rapporto tra passato e presente trasmettendo messaggi di innovazione e dinamismo. La villa stessa, del resto, era un esempio di “modernità” per l’epoca in cui fu costruita.
Il restauro e l’allestimento di Luca Moretto sono stati concepiti per restituire il senso del tempo con un approccio contemporaneo, dove il visitatore si immedesima nella narrazione attraverso rimandi alla relazione fra passato e presente, con particolare attenzione ai temi della moda e del design, che insieme al green sono caratteri peculiari del territorio sul lago di Como.
Il museo è il fulcro di "Liberty Tutti", progetto sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione per creare un modello di gestione sostenibile che valorizzi il coinvolgimento dei giovani, sia in termini di creatività che di professionalità, avvalendosi anche delle nuove tecnologie (il museo è la sede della prima Wikistazione, realizzata con la collaborazione di Wikimedia Italia).
Il concept del museo è quello della “casa che ti parla”: è la stessa Villa Bernasconi, infatti, a guidare il visitatore nel percorso museale attraverso il racconto in prima persona. Una nuova idea di museo che coinvolge il visitatore attivamente ed emotivamente, ponendolo al centro della narrazione e trasformandolo in un “ospite”.
La visita, che inizia già all’esterno dell’edificio, si struttura sui due piani nobili della Villa, ma il percorso non è vincolato e il visitatore può muoversi liberamente tra le stanze, proprio come in una casa.
Al piano rialzato viene raccontato il contesto storico, artistico e culturale del periodo di edificazione della villa (la Belle Epoque), che ben simboleggia le trasformazioni sociali, economiche, culturali ed estetiche, e di cui rappresenta l’intrinseco spirito di modernità.
Al piano superiore viene invece raccontata la storia dell’imprenditore primo proprietario della villa, Davide Bernasconi, quella della sua famiglia e soprattutto dell’azienda da lui fondata, le Tessiture Bernasconi, con un focus sul ruolo innovativo e sulla ricaduta che la sua attività imprenditoriale ha avuto per tutto il distretto serico e per il territorio, in diretto confronto con la creatività innovativa contemporanea.
Il percorso museale: la prima sala che si incontra – che funge da ingresso al percorso espositivo ed è l’unica tappa fissa - è quella che una volta era lo studio di Davide Bernasconi, il primo proprietario. La storia si dipana a partire dalla sua costruzione e dal suo stile architettonico, passando da casa di famiglia a sede della Guardia di Finanza, poi del municipio, a seguire luogo dedicato a mostre ed eventi, ed infine, oggi, museo.
Quello che originariamente era l’ingresso, la stanza in cui è possibile ammirare da vicino i decori che caratterizzano Villa Bernasconi, diventa ora il luogo dedicato all’approfondimento del Liberty. Lo spazio è arredato con un salottino d’epoca in cui i visitatori potranno sedersi, rilassarsi, e – per chi è interessato ad approfondire tematiche legate all’Art Nouveau – consultare libri e multimedia; qui è allestita la Wikistazione.
La sala “del pianoforte” o della musica, originariamente il salotto, racconta la vita culturale all’inizio del XX secolo, approfondendo in particolar modo l’aspetto musicale grazie a un’esperienza immersiva che riproduce musiche dei primi del Novecento. Per ricreare l’ambientazione dell’epoca la Pinacoteca Civica di Como concede in prestito una quadreria, a rotazione, appositamente selezionata all’interno della propria ricca collezione.
Anche quella che era la sala da pranzo parla della vita sociale di Villa Bernasconi, non solo attraverso un’installazione su cui sono proiettate immagini che ricostruiscono una cena in villa nel passato, ma anche grazie agli eventi futuri che verranno organizzati e ospitati in questa stanza.
Al primo piano, installazioni interattive accompagnano il passaggio all’area della villa che racconta la storia della famiglia e delle industrie di Davide Bernasconi.
La storia delle Tessiture Bernasconi è illustrata non solo con materiali e oggetti storici, ma anche attraverso i ricordi delle persone che ci hanno lavorato. Prendendo spunto da uno schedario in prestito dal Museo della Seta di Como che conserva i cartellini metallici degli impiegati delle Tessiture Bernasconi, una nuova cassettiera interattiva e multimediale permette infatti ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti: basterà aprire i cassetti che li contengono.
Una stanza del percorso espositivo è infine dedicata al racconto dell’eredità simbolica delle Tessiture Bernasconi, attraverso le attività produttive attuali che riprendono nel contemporaneo il loro spirito imprenditoriale e che possono esporre, a rotazione, grazie al coinvolgimento di Confartigianato Settore Moda, i loro progetti più innovativi.
Credits
Cernobbio
Italia
Comune di Cernobbio
11/2017
750 mq
Luca Moretto
MAT - Moretto Architettura Torino / AS32
R.T. Trivella S.r.l. / Aetisol S.r.l.
Susanna Piano, Davide Vergnano, Alessio Camelliti
Boschis S.p.A., Antonio Lupi S.p.A., Duravit, Logli Massimo, Faraone, Metalglas
Luca Moretto, Andrea Butti
Curriculum
L’approccio alla progettazione è integrale, emozionale, poetico, con sensibilità alla tutela dell’ambiente ed alla valorizzazione del paesaggio, operando secondo i principi dell’architettura sostenibile. Le opere sono seguite anche nel loro farsi, nel cantiere, ove sono curati e gestiti tutti gli aspetti costruttivi. Pensiero e azione, realismo creativo. Tra le opere: Collegio Universitario Einaudi – Sezioni San Paolo, Crocetta e Po (ristrutturazione certificata LEED Gold) a Torino; Tribunale e Pinacoteca Accademia Carrara a Bergamo (con A. Isola). Museo Villa Bernasconi a Cernobbio, Como. Edita da Marsilio nel 2006 è la monografia: Luca Moretto. L’architettura della formazione. Tra gli ultimi libri di Luca Moretto, su progetti realizzati, Palazzo Callori a Vignale Monferrato, Aión, Firenze 2015; Costruire e ricostruire in montagna. Il caso alpino di una scuola ad Aosta, Aión, Firenze 2016. Finalista al The Plan Award 2015, ed al The Plan Award 2016; shortlisted al The Plan Award 2017.