CENTRO CULTURALE INTERCOMUNALE SAN DOMENICO DI CANICATTÌ
arch. Paolo Portoghesi (capogruppo), arch. Pietro Carlo Pellegrini, arch. Marco Casamonti, ing. Maurizio Cucurullo, arch. Antonio Nicosia
Culture
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Completed
CENTRO CULTURALE INTERCOMUNALE SAN DOMENICO
Il complesso ha una pianta a corte chiusa di forma rettangolare, è costituito da un seminterrato, da un piano terra e da un piano primo.
L’inserimento dei nuovi elementi tecnologici e dei nuovi impianti, per adeguarsi agli standard normativi vigenti, è stato effettuato valutandone l’impatto e la compatibilità.
Il progetto ha mirato a conservare la struttura, evitando distruzioni e sottrazioni di materia e sostituendo solamente gli elementi e le parti eccessivamente deteriorate e che avrebbero potuto, in quanto tali, impedire la stabilità ed il corretto e sicuro utilizzo dell’edificio.
Il centro culturale
Le opere hanno previsto il restauro del complesso con interventi che hanno interessato la sistemazione delle parti esterne, precisamente la corte ed il giardino.
Si è ritenuto necessario conservare integralmente gli elementi superstiti dell’edificio storico, liberandolo dalle superfetazioni recenti che ne avevano alterato l’equilibrio compositivo evitando un intervento restitutivo di quello che non potrà esistere più.
Compatibilmente con le nuove esigenze di riutilizzo, le scelte progettuali e tecnologiche, nonché la selezione dei materiali adottati per le nuove realizzazioni, sono basate sulla riconoscibilità, reversibilità, compatibilità, e minor intervento.
Il collegamento tra i livelli avviene tramite scale, passerelle ed ascensori, realizzati in ferro e vetro.
Le scale dalle linee, sono interamente costruite con lastre di ferro tagliate con raggi laser, su ognuna delle quali poggiano i gradini di pietra di Comiso.
La scelta dei materiali è scaturita dalla necessità di diversificare il nuovo intervento rispetto alle strutture già esistenti.
La pavimentazione all’interno del complesso è in pietra di Comiso, scelta nel rispetto della tradizione siciliana, ma anche per il suo colore chiaro e solare, che ben si armonizza e si fonde con i materiali di rifinitura dei divisori, creando una atmosfera monocolore ed ovattata.
Gli ambienti sono rifiniti da controsoffitti in legno con struttura in ferro della stessa essenza delle pareti divisorie.
Il ballatoio esterno realizzato sul fronte opposto a via Foscolo, all’interno dell’ampia corte, presenta una struttura in ferro e legno, l’antica ringhiera sarà recuperata con semplici adattamenti.
Una citazione a parte merita la scala Portoghesi che è senz'altro uno degli elementi più significativi dell'intero edificio, che coinvolge il fruitore in una serie di sensazioni di grande suggestione a seconda della prospettiva da cui la si guarda.
La scala fa da cerniera e da asse di collegamento verticale alla distribuzione degli spazi interni.
La citazione alla natura si concretizza in opera di architettura, infatti, la scala è ispirata alla forma archetipa dell’albero fatto di elementi in calcestruzzo bianco il cui fusto si assottiglia ad ogni piano e dal quale si diramano flessuosi e raffinati rami che sostengono i gradini in pietra.
La forma vuole evocare, in sintonia con la nuova destinazione del palazzo, l’albero biblico della Conoscenza per la nuova e prestigiosa attività culturale.
L’albero della vita simbolizza l’intreccio tra vita e sapere che il centro culturale realizza nel suo ruolo di esperienza e trasmissione della cultura.
La sinuosità della scala, contribuisce ad accentrare il dinamismo dell’opera, dando plasticità ai volumi e arricchendo la spazialità e la riflessione della luce sulle superfici.
La struttura portante della grande scala rappresenta il fulcro del linguaggio con cui Portoghesi sviluppa il tema compositivo.
La scala risulta snella e permeabile alla luce.
Il giardino e la corte
Al giardino si accede da una scala in pietra che interrompe il muro di contenimento.
La sua organizzazione cerca nei pendii del terreno, nelle piantagioni, negli accessi, negli elementi costruiti, i fattori che lo caratterizzeranno nel disegno.
La vegetazione è stata scelta tenendo conto del carattere autoctono dei suoi elementi.
Sono presenti essenze tipiche del luogo: palme, agrumi, piante aromatiche ed officinali quali la lavanda, la salvia, il rosmarino ecc., percepibili non solo visivamente ma anche olfattivamente.
Nel giardino siciliano, che in parte si rifà ai “giardini del paradiso” dell’Islam, la percezione olfattiva accompagna quella visiva nella fruizione e nel godimento dello spazio verde.
Un nuovo impianto illuminotecnico avrà il compito nelle ore serali, di definire lo spazio svelandone la composizione.
Scale, gradinate e piani inclinati costruiscono la rete di percorsi necessari a superare i dislivelli che caratterizzano il giardino, creano separazione tra spazi pedonali interni.
La grande area verde è cinta da un muro perimetrale interrotto da passi pedonali e carrabili.
L’uso quasi monomaterico dell’utilizzo della pietra di calcarea bianca, individua una chiara immagine al progetto che rafforza il carattere monolitico dell’architettura.
Un nuovo impianto illuminotecnico avrà il compito nelle ore serali, di definire lo spazio svelandone la composizione.
Il disegno della corte interna del complesso è stato elaborato tenendo conto dell’uso che ne sarà fatto, uno spazio da adibire a spettacoli, eventi e rappresentazioni all’aperto.
Gli unici elementi introdotti come componenti d’arredo, con una valenza volutamente scenografica, sona la fontana con la lunga vasca d’acqua e le tre palme, una sorta di “ oasi ” inserita nell’assolato antico “claustrum” dell’ex convento.
L’illuminazione dell’intero complesso è prevista con una serie differenziata di fonti luminose.
Si possono distinguere da un lato fonti capaci di offrire una base diffusa e continua, dall’altro fonti che mettono in rilievo particolari e specifiche aree.
Le soluzioni adottate hanno tenuto conto della riduzione e minimizzazione dell’inquinamento luminoso. Barriere verdi ed arbusti posti perimetralmente al giardino, abbattono sensibilmente l’inquinamento acustico, rendendo il giardino un angolo di assoluta quiete.
Credits
Canicattì
Italia
Amministrazione Comunale della Città di Canicattì
01/18
5500 mq
arch. Paolo Portoghesi (capogruppo), arch. Pietro Carlo Pellegrini, arch. Marco Casamonti, ing. Maurizio Cucurullo, arch. Antonio Nicosia.
arch. Pietro Carlo Pellegrini, arch. Marco Casamonti, ing. Maurizio Cucurullo, arch. Antonio Nicosia.
Consortile San Domenico
Serramenti: Infissi in Legno Modafferi srl Impianto igienico-sanitario: Ceramiche Globo Impianto di climatizzazione: Toshiba Italia Sistema di illuminazione: Targetti Sankey S.p.A
Lamberto Rubino
Curriculum
P.Portoghesi. Tutte le regioni italiane ospitano dei suoi edifici, per tutte la Moschea di Roma.
Fuori d’Italia ha progettato edifici quali la Moschea di Strasburgo.
La carriera accademica inizia nel 1962, nel 1968 è diventato preside della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, oggi insegna alla Sapienza di Roma.
P. C. Pellegrini. E’ docente presso le Università di Pisa e Perugia.
Ha progettato opere considerevoli tra tutte, il Memoriale di Giuseppe Garibaldi a Caprera.
M. Casamonti . Dal 2004 insegna alla Facoltà di Architettura di Genova.
Insieme allo Studio Archea, di cui è socio fondatore, ha realizzato opere architettoniche pubblicate sulle principali riviste e libri internazionali.
A. Nicosia. Si laurea nel 2000 presso la Facoltà di Architettura di Firenze.
Fonda il proprio studio nel 2002.
Ha collaborato alla didattica presso Facoltà di Architettura di Palermo.