Team di progettazione: Massimiliano Camoletto
Collaboratori: Mauro Camagna, Claudia Bulgarini, Klara Saranovic, Matteo Franco, Alessandro Bausola
Dati tecnici:
Mq. 632 Superficie interna
Mq. 258 Terrazzi
Mq. 477 Piscina
Progetto in fase di realizzazione
Il progetto della villa si avvale del piano messo in atto dal governo kuwaitiano per cercare di trasformare aree
desertiche in aree destinate alla coltivazione. Si tratta di un interessante intervento nato dall’interazione tra
pubblico e privato, che si inserisce in una nuova politica urbana locale che permette di avere in concessione
delle aree desertiche al fine di creare coltivazioni agricole a km zero.
Situazione:
L’area desertica si trova al confine della città ed è suddivisa in lotti che vengono resi disponibili per l’acquisto
diretto da parte di privati che desiderino partecipare al progetto di trasformazione a patto di adibire una buona
porzione di terreno alla coltivazione. Il governo assiste questi ultimi nell’operazione rendendo edificabili le aree e
facendosi carico delle opere di urbanizzazione primaria.
Tema:
Realizzazione di un’abitazione privata ad suo residenziale inserita in un lotto destinato alla coltivazione di aree
agricole.
Progetto:
L’organizzazione spaziale del progetto nasce dall’idea di frammentare la pianta attraverso una serie di setti che
creino visuali verso scenari differenti e suddividano gli spazi abitativi. Questi ultimi si inseriscono lungo uno
spazio di connessione lineare che costituisce la spina dorsale dell’intero intervento. La semplicità della struttura
in cemento armato e della copertura piana consente di ottenere spazi molto semplici e lineari, che si
configurano all’esterno come una serie di volumi che hanno una diretta corrispondenza con le funzioni interne.
La copertura aggettante rispetto alle grandi vetrate costituisce un’efficiente schermatura solare, fondamentale in
questi climi. Precisa richiesta del cliente era quella di poter godere di una grande area destinata alla zona
giorno in cui ricevere ospiti ed amici e di avere una netta separazione tra zona giorno, zona notte e spazi di
servizio. Nasce così un unico spazio centrale di 12x18 metri, che costituisce il vero fulcro della dimora e assolve
le funzioni di zona living e pranzo. Lo spazio si affaccia sul lotto attraverso due grandi vetrate a tutta altezza ed
è lasciato libero alla vista nella sua totalità, vista l’assenza di pilastri intermedi. La presenza di grandi porzioni
trasparenti è tema ricorrente in tutta l’architettura, con il preciso intento di instaurare un forte rapporto tra spazi
interni ed esterni e sottolineare lo stretto legame tra il costruito ed il contesto naturale. La zona living costituisce
un forte elemento di separazione: da una parte tutta la zona giorno con la cucina, un bagno per gli ospiti e una
camera di servizio; dall’altra la zona notte. Quest’ultima è organizzata in quattro grandi camere, ciascuna dotata
di un bagno privato arricchito da una grande zona doccia, la quale si affaccia all’esterno tramite una vetrata e
costituisce un elemento distintivo e caratterizzante l’architettura.
La villa è inserita in un giardino coltivato a graminacee dal disegno apparentemente casuale, che costituisce
così un elemento di transizione verso il contesto agricolo. Risulta più rigorosa invece la forma della grande
piscina su cui si affaccia la zona living, in quanto elemento direttamente connesso alla forma architettonica.
Fondato a Torino nel 1992 da Valter Camagna, Massimiliano Camoletto e Andrea Marcante.
I progetti di UdA sono stati definiti dalla critica come esempi di una architettura sofisticata con una specifica attenzione alla percezione sensoriale, ai materiali e alla luce.
Una sofisticatezza non fine a sé stessa, ma cifra della complessità delle relazioni tra l’uomo e lo spazio che lo circonda.
Questo tema unitamente all’interesse per le contaminazioni con le altre forme di espressione creativa, alla comunicazione visiva, nonché allo spaziare con i lavori dall’interior design all’architettura, ha condotto UdA a concepire i propri progetti nell’ottica della trasformazione del concetto di spazio cartesiano nel suo omologo emotivo-sensoriale di territorio, paesaggio.
Pubblicazioni e riconoscimenti di numerosi progetti hanno stimolando sempre più lo studio a procedere lungo la strada di una architettura che ricomprenda emozione e ragione nello spirito di una rinnovata sensibilità dell’Uomo.