De Martiis Collection in Cividale: historical building, contemporary museum
Paolo Piccinin + Arbau studio
Culture
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Completed
Il nuovo museo nasce dalla donazione privata di una straordinaria collezione d'arte moderna e contemporanea che l'imprenditore Giancarlo De Martiis ha donato alla città di Cividale. Il museo è ospitato nel palazzo De Nordis, storico edificio nel cuore della città, finora usato solo per esposizioni temporanee.
Sorprendente la portata artistica della collezione, che ospita opere di grande qualità e originalità a partire dai grandi quadri di Karel Appel, per passare da Emilio Vedova, Afro Basaldella, Zoran Music, Tancredi, Vasarely, Sironi, Toulouse-Lautrec, Mario Di Iorio, Giuseppe Santomaso, Roberto Sebastiàn Matta, Graham Sutherland, Soutine, Edouard Pignon, Virgilio Guidi e finire con la sezione dedicata alle avanguardie russe.
La scelta di fondo è quella di valorizzare gli ambienti storici dell’edificio suddividendo il percorso espositivo in sale tematiche, caratterizzate ciascuna da un colore le cui tonalità particolari sono legate sia alle opere esposte che a una ricerca sul colore e al rapporto con l'arte.
La sequenza delle sale non segue criteri cronologici ma ordina la collezione, curata dai veneziani Stefano Cecchetto e Cristina Beltrami, secondo una tematizzazione coerente con le scelte del collezionista, che spaziavano tra diversi generi artistici, seguendo spontaneamente il proprio gusto personale. Un percorso che racconta una “personale pinacoteca del gusto”, spinta dal proprio piacere individuale di poter ammirare le opere, così come raccontato dai curatori nel ricco catalogo edito in occasione dell'apertura del museo.
Rosso Ematite, Blu di Prussia, Verderame e Grigio Argento sono le tonalità scelte per disegnare un percorso espositivo circolare che segue la struttura architettonica a “sale passanti” del palazzo storico che ospita il nuovo museo e che evocano l'intreccio intenso tra la storia dei pigmenti e l'arte.
Abbiamo scelto l'ematite come tonalità nella sala d'ingresso per l'importanza che tale pigmento ha avuto nella storia dell'arte sin dall'antichità, in quanto estratto dalla forma minerale assunta dell'ossido di ferro, la ruggine, è presente in tutto il pianeta. Così simbolicamente mette in dialogo le opere di rottura, esposte dei protagonisti delle biennali veneziane, con la storia.
Il blu di Prussia, che invece era un composto alchemico molto prezioso nell'antichità, un colore con una grande profondità, è stato utilizzato nelle sale che come una sorta di file rouge tra artisti di diverse epoche.
La tonalità verderame, un carbonato che si forma spontaneamente in natura, ma molto difficile da riprodurre per la sua instabilità e per questo molto ricercato dagli artisti, è stato usato nella sala dedicata agli impressionisti per evocare la preziosità delle opere esposte, piccole ma di grande valore. Infine il Grigio Argento, un colore associato alla luna perché declina in cicli alterni di lucidatura e ossidazione, che vira verso altri colori a seconda di ciò che gli si accosta, evoca il progresso e per questo è stato utilizzato nella sala dedicata ai movimenti delle avanguardie internazionali, rappresentate da Vasarely e Di Iorio.
L’apparato espositivo è disgiunto dalle pareti e ospitato in pannelli disegnati ad hoc, che si collocano all’interno dello spazio, lo occupano e ne diventano i protagonisti, entrando in accordo cromatico e proporzionale con gli spazi che li ospitano.
I pannelli sono disposti parallelamente all’orditura delle travi e perpendicolarmente al percorso di accesso alle sale, secondo diversi piani di profondità e sfalsati: in questo modo entrando nelle sale si ha una visione d’insieme, che fa leggere l’intero spazio in prospettiva come unitario e valorizza il palazzo esistente. I pannelli espositivi sono costituiti da un telaio in metallo, rivestito di pannelli in cartongesso ignifugo, successivamente ricoperti e uniformati con rivestimento in fibra di vetro tinteggiato del colore della sala. Tutti i pannelli sono dotati di un leggio, integrato al design dell’espositore, che sorregge la didascalia delle opere.
Il titolo della sala, i testi esplicativi e alcune citazioni degli artisti applicati direttamente nelle pareti completano l'allestimento con la grafica minimalista di Roberto Duse, integrata alla struttura architettonica.
Il risultato è un museo contemporaneo che mantiene, reinterprentandola, l'atmosfera del palazzo che lo ospita.
All'esterno un originale intervento di comunicazione visiva: il logo, sempre disegnato da Roberto Duse, ingrandito e ripetuto, è dipinto sulla pavimentazione in porfido davanti all'ingresso.
Credits
Cividale del Friuli
Italia
Comune di Cividale del Friuli
09/2020
675 mq
Paolo Piccinin con Arbau Studio_ Marta Baretti e Sara Carbonera
Paolo Piccinin con Arbau studio_ Marta Baretti e Sara Carbonera, Roberto Duse grafica
Cella Costruzioni srl
Orazio Pugliese
Curriculum
Paolo Piccinin, architetto con base a Udine, ha firmato importanti allestimenti museali in Friuli tra cui quello delle sale del museo archeologico a Cividale e la riorganizzazione del museo archeologico e del Risorgimento ospitato nel castello a Udine, oltre a numerose mostre temporanee.
Arbau Studio, fondato dalle architette Marta Baretti e Sara Carbonera a Treviso 20 anni fa, ha sviluppato diversi progetti di architettura e paesaggio in ambiti tutelati e contesti delicati. Numerose sono le pubblicazioni dei loro progetti e i riconoscimenti ottenuti con premi e concorsi di architettura. Hanno insegnato nelle università di Udine e Venezia.