Nuova chiesa parrocchiale di Santa Teresa a Cannavà di Rizziconi
Guendalina Salimei Tstudio
Public Space
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Future
La nuova Chiesa dedicata ai Santi Louis e Zelie Martin riprende la tipologia del manufatto rurale investendone le forme e i materiali tradizionali di un nuovo significato, formando con l'edificio esistente un sistema a doppia corte ricalcando l'impianto morfologico del borgo, riuscendo a conferire a entrambe le piazze una qualità spaziale di tipo collettivo oltre che porle come soglia tra il sacro e il profano. La Parrocchia di Santa Teresa di Gesù Bambino, insiste su un territorio diocesano che dall'Aspromonte muove verso la piana di Gioia Tauro, distribuendosi con morfologia policentrica articolata in diversi nuclei abitati, a vocazione agricola. In questa realtà frammentaria il nuovo complesso parrocchiale assume il ruolo di connettore geografico e sociale, diventando luogo preferenziale di aggregazione e riconoscimento per gli abitanti che hanno scelto di vivere in contatto con le proprie radici storiche e culturali. Per questo motivo si è deciso di reinterpretare tipi, forme e volumetrie delle architetture tradizionali del borgo per creare una nuova costruzione capace di inserirsi nell'immaginario collettivo caro ai residenti, dando vita a un nuovo luogo nel quale la comunità possa riconoscersi. L'identità della nuova Chiesa è garantita dalla presenza di segni chiari come la grande croce intagliata nel muro absidale, i volumi organici delle cappelle e dal campanile che si erge come un totem sacro all'ingresso della piazza laterale. Iil sito si apre sulla strada pubblica con il sagrato-piazza che conduce direttamente all'ingresso principale; sulla strada privata, in continuità con la corte adiacente segnalata dal campanile, si apre la piazza della Via Crucis da cui si accede all'ala degli uffici e della sagrestia, al verde attrezzato, ai locali dell'oratorio. In particolare, per il preesistente edificio delle opere pastorali, è stato proposto un sistema a recinto che circonda l'edificio e lo caratterizza in modo nuovo per relazionarlo più efficacemente alla Chiesa. Schermi leggeri e permeabili lo circondano e lo proteggono senza chiuderlo rispetto all'ambiente, creando al contempo un giardino concluso per stare e per giocare, un luogo di sosta e aggregazione intergenerazionale. La Chiesa è composta oltre che dall'aula liturgica anche da un volume ortogonale dove la sagrestia è direttamente collegata all'altare e all'ufficio. Per quanto riguarda l'accesso alle macchine e quindi la presenza di aree a parcheggio, si è pensato di organizzare una fascia buffer-zone attorno al lotto, lasciando intatta e pedonale tutta la superficie interna a uso della Chiesa e delle opere parrocchiali. Il volume della Chiesa è ad aula unica e riprende la forma e il significato delle prime ecclesie, rimandando al significato profondo e arcaico di assemblea e ad alcune simbologie come l'orientamento, la frontalità, l'andare verso, il riunire, l'altro e l'altrove. L'impianto longitudinale associa al percorso lineare un andamento ascensionale, iniziando dal sagrato che forma un grande piano inclinato tra la quota del terreno e l'imposta della chiesa leggermente sollevata. L'ingresso principale è allineato con la mensa posizionata su un presbiterio alto due gradini nel quale si innesta, da un lato un ambone “abitabile” e dall'altro la cappella con la custodia eucaristica. Di seguito, le cappelle laterali che accolgono il fonte battesimale, la penitenzieria, la cappella devozionale creano degli ambiti protetti e intimi senza separarli dall'aula centrale e dal rito collettivo. La copertura a falda asimmetrica reinventa la tipologia dei tetti in legno grazie a un sistema di controsoffitti a vela che creano uno spazio interno avvolgente tagliato da fasci luminosi di luce naturale, provenienti da fenditure sommitali. Le pareti della Chiesa sono diverse tra loro. La parete delle cappelle utilizza una trama alternata tra pieni e vuoti (gelosie) che ricamano lo spazio con luci e ombre cangianti con il movimento del sole, fornendo all'interno della chiesa colori e sfumature diverse in ogni momento della giornata per ogni giorno dell'anno. La parete opposta (est), a trama compatta, è rivestita al suo interno da un grande bassorilievo sul ciclo narrativo della vita di Santa Teresa e dei suoi genitori Louis e Zelie Martin. Le opere d'arte sono state pensate in stretta connessione con l'architettura del complesso. Il tema centrale del ciclo narrativo è la simbologia della novena delle rose a lei rivolta, i cui atti si dividono in due momenti, uno esterno, dove la Santa è rappresentata già in cielo da cui dispensa le sue grazie; uno interno, in cui la stessa è raffigurata in atteggiamento di preghiera. Gli arredi liturgici sono concepiti come geometrie assolute e materiali puri per sottomettere la forma alla parola senza annullarne il ruolo solenne e solido all'interno della liturgia.Culmine della prospettiva centrale è il Cristo Glorioso interpretato nella sequenza di luci incastonate nel metallo della croce absidale incisa nella parete di fondo. Le stazioni della via Crucis, incise su stele metalliche, sono interpretate nella loro sequenza temporale di un universo rotante di legami di reciprocità. Sui quattordici lati si muove la croce, luminosa perché incisa a taglio passante nella stele di metallo, che afferma il suo ruolo iconico nel tempo e nei luoghi degli spostamenti del percorso di Cristo. Dal punto di vista della sostenibilità e dell'efficientamento energetico, il progetto è stato pensato per minimizzare l'utilizzo di sistemi meccanici di climatizzazione privilegiando le buone pratiche del costruire utilizzate nell'edilizia ecclesiastica come le strutture massive per ridurre le escursioni termiche; la ventilazione naturale; il suolo utilizzato come bacino di energia geotermica; uso di alberature per l'ombreggiamento degli spazi esterni e per la protezione dai venti freddi; recupero delle acque piovane per usi idonei e utilizzo di materiali locali durevoli e a bassa manutenzione.
Credits
Cannavà di Rizziconi
Italia
Diocesi di Oppido Mamertino-Palmi
04/2020
520 mq
Tstudio - arch. Guendalina Salimei; Arch. Teresa Morano
Arch, Francesco Ragno (aspetti liturgici) Liturgista: Don Gaetano Comiati Artista: Anna Musakardin, Oliviero Rainaldi Collaboratori: Arch. Annalisa Pilati, Ing Paola Quarta, Arch. Anna Riciputo Ing. Martina Fiorentini, Arch. Valentina Savelli, Lara Piselli
Curriculum
Il T-studio, fondato nel 1992, è un gruppo aperto di lavoro e ricerca, che attraverso contributi diversi, trae ispirazione dal confronto costante su temi condivisi coniuga l'attività di ricerca universitaria con quella di progetto, con uno specifico campo d’interesse nell’indagine delle relazioni complesse che si instaurano tra le metodologie progettuali e le modalità d’intervento nell’ambiente costruito e naturale ponendo l’accento sui criteri di sostenibilità in condizioni di degrado e di disagio. Fondamentale è la dimensione storica, sociale ed economica delle aree oggetto di studio, quindi la consapevolezza che i nuovi approcci di progettazione architettonica non possono essere scollegati dalla conoscenza del territorio.
Lo studio si occupa di research planning, progettazione paesaggistica, restauro, interior-design e grafica multimediale, vince numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui alcuni realizzati ed altri in via di realizzazione.