Peter Rubner gestisce una fattoria nel comune di Chienes in Alto Adige.
In una posizione fantastica.
Con un piede lambisce il villaggio,
con l’altro si addentra nel verde della montagna.
Decide di organizzare un piccolo concorso su invito. I cinque architetti invitati riceveranno un corretto rimborso spese. La famiglia farà da giuria.
Peter invita ogni architetto singolarmente ad un giro della fattoria.
La visita guidata
Il cortile è orientato Est-Ovest. Si entra nell'area attraverso un ponticello da Est, appena fuori dal centro del paese. L’entrata è da subito stretta, sul lato Sud gli alberi ad alto fusto costeggiano il terreno, mentre a Nord si posizionano l'abitazione esistente e il collegamento con le stalle e tutti i vari edifici agricoli. Qui, spiega Peter, hai carta bianca, puoi ricostruire gli edifici esistenti, demolirli, risanarli... Durante il tour ci spostiamo a Ovest e mano a mano il cortile si apre ad imbuto, il terreno si amplia verso Sud e verso Nord. Nel punto cardine dove la strada passa da stretta a larga si trova una piccola cappella. Questa è dedicata al defunto Herman Rubner, fondatore dell'odierna Rubner Holding. Dopo la cappella, il cortile cambia, diventa un altro luogo. L'immagine è dominata dai campi, dal sole e da una bellissima vista ad Ovest. Peter mi mostra le tracce di alcune delle sue passioni. L'allevamento di ovini, i suoi cavalli persiani con le loro stalle, il suo aceto balsamico, che ad oggi ha quasi trent'anni...
Ad Ovest, le stalle per le pecore completano il terreno. Questo è il punto più perimetrale della proprietà. Tra le stalle e il resto del podere c'è un muro, che compensa un salto di circa un piano in altezza; infatti le stalle si trovano ad un livello più basso.
Alla fine della visita guidata ci troviamo di nuovo all'ingresso del cortile, di fronte alla vecchia casa, luogo del cantiere pensato da Peter, e in quel momento gli faccio una domanda:
Devo costruire in questo posto?
Peter mi fissa vistosamente seccato, tanto che sospetto una mia probabile imminente esclusione dalla competizione. "Do what you want" - accompagnato da un gesto di irritazione – e con questo suo commento il tour è finito.
Arrivando in ufficio spiego al mio team che l’idea è di continuare a progettare facendo quello che vogliamo o che comunque pensiamo sia giusto. Il passo successivo era capire cosa progettare, ma sinceramente, non ne avevo idea, non gli avevo chiesto niente a riguardo. Però, poiché ha tre figli e vive con la sua famiglia in un posto diverso di Chienes, decidiamo di progettare tre case, una per ogni figlio.
Tuttavia, spostiamo il cantiere dal luogo esiguo iniziale al salto verso ovest, al sole, alla vista sul paesaggio incontaminato.
L'immaginazione
Durante la presentazione del nostro progetto Peter e la sua famiglia sono stupiti di sapere dove abbiamo pensato di edificare e vogliono sapere se questo è legalmente possibile. Una volta confermato, la curiosità lo spinge a chiedere perché abbiamo progettato tre case e non una. La nostra spiegazione viene accettata dal committente, ma per adesso la sua idea sarebbe quella di costruire solo una casa per un solo figlio e alcune stanze per i suoi interessi privati, come la pittura, l'aceto balsamico e la socializzazione.
Il secondo turno della competizione
Peter definisce il sito da noi scelto come nuovo luogo di pianificazione. Vuole una sola casa e non tre. Gli piace il cortile che abbiamo scavato nel terreno del seminterrato e le stanze che lo circondano. Anche la cucina e l’idea di vivere al piano centrale ha senso per lui, purché al piano superiore ci siano quattro camere da letto e due bagni.
Così uniamo due delle case in una sola, affiniamo le caratteristiche, lasciamo che i corpi reagiscano tra loro e le organizziamo in modo tale da vincere finalmente il concorso e costruire la casa.
Quando Peter mi ha invitato al concorso, si descrisse come una persona conservatrice, ma che gli piaceva la nostra architettura.
Peter Rubner ha la sua idea di essere conservatore, infatti è stato un ottimo interlocutore in tutte le fasi di pianificazione e realizzazione del progetto.
Credits
Chienes
Italia
Peter Rubner
05/2018
500 mq
Arch. Stefan Hitthaler
Stefan Hitthaler Architektur
Stufa: Stolzlechner Ofenbau Pavimenti e intonaci: Moling Manuel Scala interna: Gatterer Klaus Porte interne: Rubner Haus Impresa di costruzione: MairBau Impianti di riscaldamento, condizionamento e sanitari: Lechner Franz Srl Impianto elettrico: Elektro Walter&Georg Fabbri: Nöckler Alfred Falegnami: Rubner Haus Carpentieri: Rubner Haus Finestre / Porte: Rubner Haus
Gustav Willeit
Curriculum
Stefan Hitthaler (Brunico, 1966) si laurea in Architettura nel 1991 alla Leopold-Franzens-Universität di Innsbruk. Dopo un breve periodo di approfondimento a Parigi e Monaco, torna nella sua città per aprire lo studio “Hitthaler Architektur” nel 1992. Lavora a più riprese come professore presso la facoltà di Architettura di Ferrara tra il 2006 e il 2014. Durante questi anni lo studio ha lavorato dapprima su scala residenziale per poi passare alla progettazione urbanistica fino a quella d’interni. Il forte interesse, fin dai primi tempi, ai temi di qualità degli spazi e di risparmi energetico, portano alla progettazione già dal 1993 delle prime case passive in Italia. Le sue architetture sono state pubblicate e premiate con importanti pubblicazioni e riconoscimenti italiani ed internazionali. Alcuni suoi allestimenti sono stati presenti alla XXI triennale di Milano (Stanze: altre filosofie dell’abitare), ad Innsbruck (Reagent) e a Brunico (Corpus Intra Muros).