La Città _ Progetto di riqualificazione nel Carcere di Pescara (PE)
VIVIAMOLAq
Special Projects
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Completed
La Città _ Progetto di riqualificazione del Carcere nel Pescara è un progetto basato, in primis, sul prestare ascolto alle voci, ai desideri ed alle esigenze di chi cerca di recuperare agli errori commessi e aspetta un’occasione per dimostrare il cambiamento a cui si sta faticosamente rieducando. L'azione materiale riguarda invece l'introduzione all'interno della struttura di tracce di colore spalmate sui muri e di elementi naturali come il legno. I detenuti coinvolti nei primi laboratori di partecipazione hanno espresso il sogno di dare spazio ad un loro preciso obiettivo: una città nel carcere. Un dentro che potesse apparire un fuori, un luogo se non vero, almeno verosimile dove poter dialogare su una panchina, passeggiare lungo un corso fatto di colore, natura e veri materiali da poter toccare in quel mondo fatto di chiavi, barriere, porte e sbarre.
L'area di intervento corrisponde ad un'ala del carcere di San Donato composta da un corridoio lungo circa 40m e largo 2,5m sul quale si affacciano diverse stanze disposte a pettine. Erano già presenti la sede della redazione del giornale ''Voci di Dentro'', un'aula studio, una biblioteca ed una stanza filatelica. Lavorando attivamente con i detenuti abbiamo realizzato una sartoria ed una vasta area multidisciplinare diventata il fulcro delle attività di formazione ed informazione di tutto l'Istituto. Si è così raggiunto l'obiettivo di ridefinire gli spazi dedicati al lavoro, alla creatività alla formazione e soprattutto alla socialità dei detenuti. Ad ogni stanza è stato abbinato un colore dai toni distensivi e che richiamasse la natura. E visto che nelle città i negozi e le botteghe si affacciano sulle strade attraverso le vetrine, abbiamo portato il colore fuori dalle stanze trasformando il corridoio in un Corso.
Le fasce di colore si rincorrono e avviluppano sulle pareti creando un vortice dinamico e scandendo lo spazio come in una realtà cittadina. In corrispondenza di ogni ingresso abbiamo pensato un arredo sociale utile all'attività effettivamente ospitata nella stanza corrispondente. I materiali utilizzati sono stati riciclati in gran parte nei cantieri della ricostruzione della città di L'Aquila secondo una pratica che contraddistingue l'azione di VIVIAMOLAq sin dal principio.
Il Laboratorio di Partecipazione è stato dinamico, dal costo contenuto, gestito dagli stessi detenuti e realizzato in autocostruzione senza generare problemi di sicurezza. In una parola: replicabile. Le premesse scientifiche alla base della volontà di dare vita all'esperienza rieducativa hanno centrato l'attenzione sulle componenti fisiche e psicologiche legate all'ambiente. La convinzione che da una equilibrata gestione dello spazio sociale possano derivare benefici a livello di benessere personale ha mosso gran parte delle azione del Laboratorio.
In una società che, anche a causa di obiettivi problemi di logistica urbana ed economica, confina gli Istituti di detenzione ai margini della società, lasciando spesso i detenuti inermi rispetto al processo di recupero ed integrazione ideale, il progetto La Città centra l'ambizioso obiettivo di far entrare la società esterna nel carcere in un mix di colori e storie di vita quotidiana.
Credits
Pescara
Italia
Casa Circondariale del Comune di Pescara
10/2016
300 mq
VIVIAMOLAq
VIVIAMOLAq
Casa Circondariale del Comune di Pescata
Stefano Mont Y Girbes
Curriculum
VIVIAMOLAq è un'associazione di promozione sociale nata a L'Aquila nel 2012, come reazione al sisma che nel 2009 distrusse la città.
Inizialmente, un gruppo di studenti della Facoltà di Ingegneria Edile Architettura che nella ricostruzione ha visto la possibilità di aiutare la comunità locale coniugata a quella di fare esperienza sul campo e sperimentare le più varie e originali tecniche e tecnologie. L'azione di VIVIAMOLAq mira al riciclo, al recupero e alla rivitalizzazione di materiali, avanzi dei cantieri o addirittura macerie della città che fu. La strategia quella della condivisione, della divulgazione, dei laboratori di architettura partecipata e, quindi, dell'autocostruzione.
Si è provato a riportare l'architettura ad una dimensione sociale, a farne strumento d'inclusione e accrescimento culturale. Inoltre si è alimentato un dibattito critico - culturale sul tema della ricostruzione sostenibile e caratterizzata da una seria fase di ascolto delle istanze della popolazione.