Teatro delle forme - Villa a Piadena
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Teatro delle forme - Villa a Piadena

ARKPABI - Giorgio Palù e Michele Bianchi architetti

Teatro delle forme - Villa a Piadena
Scritto da Francesco Pagliari -
Una villa urbana a Piadena, una piccola cittadina nella pianura cremonese: l’edificio si immerge in un tessuto costruito in cui non si segnala la presenza di particolari elementi d’architettura; una scelta progettuale d’orientamento è che l’edificio assuma un carattere riservato, in uno sviluppo per linee e volumi orizzontali. Il progetto di Giorgio Palù e Michele Bianchi (studio Arkpabi) procede con un’elaborazione misurata sulle proporzioni e sulle invenzioni formali che declinano spazi e materiali in una linea di interconnessione sottile. Non vi sono gesti che ambiscono ad un riconoscimento immediato ed irto di tensione: l’immagine si costruisce per gradi, per accostamenti, per combinazione di spazi e dettagli, verso la delicatezza introspettiva. La villa si dispone in una composizione di pianta che segna la prevalenza di un asse centrale, un corridoio che costituisce uno sfondamento prospettico sull’asse nord-sud, dal quale si dipartono gli elementi volumetrici degli ambienti: pur nella individualità degli elementi, ben differenziati nello schema funzionale e chiaramente riconoscibili nella progressione interna, non si assiste ad uno scomposto fiorire di nuclei separati, ma ad una distinzione raffinata nell’unità compositiva e d’immagine. La concezione di un organismo unitario si percepisce anche dall’esterno, nel legante unificante di una tenue coloritura, tendente all’omogeneità. La tessitura materiale delle pareti esterne si lascia percepire per differente consistenza e differente trattamento. Per i blocchi dei volumi si alternano cemento bianco lisciato a vista, con linee orizzontali continue in rilievo a scandire le facciate; intonaci diversificati per consistenza materica e percettiva (intonaco rasato, intonaco grezzo, intonaco strollato) per proporre campiture in geometrie curvilinee a tonalità accostate e differenze tattili, seguendo un omaggio esplicito alle poetiche informali di Alberto Burri; pareti rivestite in lastre di pietra in tessitura a geometria libera. Inserti in pietra si protendono lungo le pareti; all’articolazione dei materiali e dei trattamenti di parete si aggiungono due grandi elementi a lastra metallica con finitura a lingue orizzontali lucide e satinate: ad ovest, per l’apertura basculante del garage, e sul lato orientale, un’ampia lastra scorrevole che racchiude la porta-finestra della stanza per gli ospiti e in posizione aperta mette la stanza in connessione visuale e fisica col giardino, una parete mobile che esce dal perimetro di pianta e indica una sorta di limite. La villa compone geometrie rilevanti, sul piano visivo e sul piano delle connessioni funzionali, scompaginando le simmetrie ed articolando punti di aggregazione architettonica. L’asse del corridoio, ai cui due lati si distribuiscono in sequenza gli ambienti e i volumi (zona dei servizi igienici e della cucina, zona soggiorno, le due stanze da letto), si comporta come una galleria di luce. Lo sguardo corre nel volume interno ed abbraccia tutta la lunghezza della residenza: le pareti e le pavimentazioni chiare riflettono luminosità diurna e luce artificiale, le vetrate verso l’esterno smaterializzano e rendono impalpabile il volume per l’afflusso luminoso. Le porte degli ambienti riservati (zona cucina e servizi, le stanze da letto) divengono indistinguibili dalle pareti, in modo che la percezione si appoggi soltanto sugli elementi di luce. L’asse geometrico procede dall’ingresso vetrato e si conclude traguardando attraverso la vetrata terminale un antico albero, un punto di riferimento nel giardino, un percorso accompagnato dai riflessi d’acqua, fra la vasca che si allinea col camminamento d’ingresso a nord, la piscina sul lato ovest, lo specchio d’acqua che appare al versante sud della residenza. Ai lati del corridoio, si pone il baricentro della residenza con le grandi vetrate verso l’esterno, ulteriore concentrazione luminosa sul percorso di distribuzione, espandendo la vivibilità della villa in una coniugazione di interno ed esterno, che viene arricchita dalla continuità del rivestimento in pietra che trascorre dall’esterno all’interno. Si forma un asse ortogonale passante e luminoso, che interseca il corridoio: a est, lo spazio di soggiorno si connette attraverso la vetrata apribile al giardino e alla piscina, costituendo nello stesso tempo un fondale scenico (fra l’altro, la vetrata scorrevole è inquadrata sulla parete esterna da un motivo a cornice frastagliata) e un luogo di concentrazione; ad ovest, sul corridoio si apre la vetrata che collega al patio protetto da una copertura in cemento bianco lisciato a geometria curvilinea con oblò circolari. L’asse visivo est-ovest è un baricentro di trasparenza, fende la villa e compone un addensamento dinamico che si accompagna alla coniugazione di effetti opposti: l’andamento di pianta si distende ed ha una conformazione apparentemente centrifuga, ma l’ordinamento complessivo mantiene un’idea unitaria. L’ambivalenza degli ambienti si pone fra separazione e correlazione, in una composizione che si esprime attraverso linearità semplificatrici e attraverso raffinatezze: sono volti differenti della medesima ricerca d’architettura, nell’insieme e nel dettaglio, come testimoniano i tagli nelle pareti interne ed esterne, l’osmosi fra interno ed esterno, gli scorci che si aprono per l’iterazione di una sorpresa continua.

Francesco Pagliari

Luogo: Piadena, Cremona
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2011
Superficie Costruita: 300 m2
Architetti: ARKPABI – Giorgio Arch. Palù e Michele Bianchi architetti
Impresa di Costruzione: Edil 2003

Fornitori
Illuminazione: ViaBizzuno

Serramenti: Secco

Fotografie: 1-2-4-5-7/16 © Francesco Pagliari, 3-6 © ARKPABI

Arkpabi Giorgio Palù & Michele Bianchi 
Lo studio, con sede a Cremona, nasce dalla volontà di fondere personalità e creatività diverse e complementari, si occupa prevalentemente di architettura e indaga tutte le possibili sfaccettature della disciplina, realizzando edifici per il terziario, architettura dell’ospitalità, architettura per l’industria, ma soprattutto per la residenza, sia per committenti pubblici sia privati.
Nel 2004, lo studio Arkpabi Giorgio Palù & Michele Bianchi architetti apre anche una propria sede a Milano.
Dalla necessità e dalla volontà di realizzare “progetti totali” lo studio inizia ad occuparsi con continuità di design, cercando risposte ad esigenze specifiche.
Per la realizzazione del Dellearti Design Hotel di Cremona lo studio viene premiato con l’Architectural Award per la categoria Best New Hotel 2002 nella competizione internazionale “The European Hotel Design Award 2002”.

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