L’obiettivo da raggiungere era rinnovare il collegio universitario “San Paolo” dell’Einaudi di Torino, situato lungo il nuovo asse urbano - nord-sud - detto “spina” della città. Le camere erano senza bagno ed i servizi igienici e le docce – madide e tristi, – erano comuni per ogni piano: un anacronismo.
Al di là delle richieste di rinnovamento di base, nel corso della progettazione sono maturate esigenze/opportunità latenti: dotare la struttura di spazi fruibili all’aperto; permettere dei punti di vista sulla fontana-igloo di Merz e sul giardino accanto; ridare al plesso un senso positivo, stimolare la gioia di vivere, l’amore per la vita. Lo spazio estruso statico esistente è stato quindi curvato e piegato, con eventi che dilatano/rompono i confini della scatola tradizionale.
Tra gli eventi introdotti vi è il movimento del muro di fronte alla cucina di piano, la cui parete si trasforma da opaca a trasparente con l’inserimento di una grande vetrata poliedrica ottenuta deformando una porzione del solido semiregolare di Archimede detto icosidodecaedro; per le vetrate ne sono state utilizzate due porzioni, una per le cucine, una per le sale studio. La deformazione è necessaria anche dal punto di vista filosofico, per avvicinare la geometria cristallina ad una realtà meno ideale, più avvezza al compromesso (i vincoli della struttura).
Qui esperiamo una geometria che supera l’immaginario convenzionale, ed una regolarità all’apparenza irrazionale.
Il tratto secondario del corridoio di piano si caratterizza invece per la realizzazione della sala studio, con una vetrata poliedrica – dalla conformazione diversa rispetto a quella della cucina – che vi si espande: convessa anziché concava. Altro elemento che caratterizza il tratto secondario del corridoio è l’introduzione di balconi di testa, verso sud, dai quali si gode un’inedita vista urbana.
Le pareti dei corridoi delle camere sono suddivise in campi geometrici colorati con un disegno che coinvolge tutti e cinque i piani, ovvero è un disegno della mente: percorrendo un corridoio il disegno non si percepisce nella sua unitarietà, si può solo ricostruire col pensiero attraverso gli indizi (visibili per un quinto alla volta). Il disegno si srotola sulle pareti chiudendosi ad anello.
Muoversi nei nuovi spazi del collegio eccita i sensi, dalla vista al tatto - con la risposta delle diverse superfici - a quelli più “inconsci”. Gli spazi di distribuzione attingono e rimandano ad un mondo fantastico, sentimentale.
All’esterno, con una complessa struttura d’acciaio sono state realizzate sul fronte sud delle terrazze articolate nello spazio. Le terrazze si prestano alla vita di relazione, alla socializzazione. Di notte la struttura portante delle terrazze, la “ballerina” - per il suo apparente movimento - ed i balconi, si smaterializzano, perdono il peso della corporeità d’acciaio, per vibrare aerei e luminosi nello spazio, aspirando ad essere architettura di luce, architettura di colore.
Committente: Collegio Universitario di Torino "Renato Einaudi"
Localizzazione: via Bobbio n.3, Torino, Italia
Progetto: Luca Moretto
Impresa costruttrice: ed.a.r.t. s.r.l. con MIT, Torino
Dati dimensionali: 165 camere singole con bagno, 8.000 mq superficie lorda pavimento
Cronologia: 2004 (progetto) 2004/2005 (cantiere) 2006 (arredo reception)