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Una casa di montagna con una lunga storia da raccontare

La residenza a Cortina d’Ampezzo, che in passato fu una malga, poi un museo, è stata rinnovata dagli attuali proprietari che hanno commissionato anche un'opera di street art

Un’opera di street art in una casa a Cortina
Scritto da Redazione The Plan -

Le scale che portano dal piano nobile a quello superiore, i mobili della zona giorno, la boiserie cannettata di una delle camere da letto: a Cortina d’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, c’è una residenza dove ogni spazio e ogni arredo hanno una storia da raccontare. Una storia che inizia due secoli fa con una malga di montagna e arriva fino a oggi con un’opera di street art.

L’edificio, che negli ultimi decenni dell’Ottocento ospitava appunto una malga, all’inizio del Novecento diventò un ristorante. In seguito, le stesse mura racchiusero un Museo Elisabettiano e ancora il Museo Storico dell’antica istituzione cortinese delle Regole. Negli anni del boom economico, l'immobile fu poi trasformato nella residenza invernale del linguista e glottologo Giacomo Devoto e della moglie Giulia Falck, che commissionarono il progetto di ristrutturazione all'architetto Mario Fiori. Acquisita da una famiglia bolognese nei primi anni Duemila, l’abitazione è stata di recente rinnovata a firma di Angelo Micheli dello studio milanese De Lucchi. Quest’ultima trasformazione dello storico edificio è stata pensata tenendo conto di tutte le sue vite precedenti. Nella residenza, infatti, si possono tuttora cogliere le successive stratificazioni intervenute nel corso del tempo, secondo una precisa intenzione degli attuali proprietari.

Casa a Cortina d'Ampezzo © Luca Capuano, courtesy of the owner

 

Dolomiti e street art

Distribuita su due livelli, la casa presenta un tipico tetto a spioventi e prospetti in stile nei quali le doghe in legno sono abbinate a superfici in intonaco bianco. All’interno, i rivestimenti in legno, declinati su varie tipologie di finiture e tonalità, fanno da sfondo ad arredi di derivazione pontiana accostati a mobili della tradizione locale. È stato scelto un legno chiaro per la sala da pranzo, in sintonia con la credenza e il tavolo bianchi, in modo da mettere in risalto il verde bottiglia della cucina. Questo colore si ritrova anche negli imbottiti dell’ambiente che contiene la classica Stube, dove il legno, con un aspetto più caldo e più rustico, riveste non solo le pareti e il pavimento, ma anche il soffitto. Se alcune opere d’arte si ritrovano già appese alle pareti della zona living, è nella camera padronale che si nasconde il gesto più coraggioso del progetto: un murale realizzato dal writer bolognese Alessandro Ferri, in arte Dado. La parete contro cui poggia il letto è stata infatti affidata alle bombolette dello street artist, il quale vi ha disegnato vorticose e morbide spirali sui toni del rosa pastello, che si snodano a comporre il nome della proprietaria. Un’opera contemporanea firmata da uno dei protagonisti dell’undeground bolognese, che in questa occasione irripetibile viene chiamata a dialogare con uno dei paesaggi naturali più suggestivi al mondo.

 

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Credits

Location: Cortina d'Ampezzo, Belluno, Italy
Completion: 2022
Client: Private
Architect: Angelo Micheli

Photography by Luca Capuano, courtesy of the owner
 

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