Il restauro ha trasformato il complesso in casa internazionale d’alta formazione per gli strumenti ad arco
Chi suona uno strumento sa bene che una partitura (cosa ben diversa da uno spartito), è un brano musicale in cui si intrecciano e sovrappongono voci, musicisti e strumenti diversi, al fine di realizzare un'unica composizione. In pratica si tratta dell’insieme delle parti che ciascuno strumento deve suonare, e il risultato è che ogni pagina offre una vista complessiva dell’insieme di queste parti. Chi traduce tutto questo in musica? Il direttore d'orchestra. Potrà sembrare azzardato, ma spesso l'architettura, se non altro quella ben pensata, è un vero e proprio guazzabuglio di idee da ordinare, voci da acordare, eliminazione dei rumori di fondo e realizzazioni di soluzioni armoniche. Una partitura progettuale.
Il restauro di Palazzo Stauffer a Cremona, firmato Lamberto Rossi Associati, è tutto questo: un intervento musicale, costruito attraverso una progettazione integrata a misura di ogni singolo spazio. Palazzo Stauffer, nome odierno del preesistente seicentesco Palazzo Stradiotti, è oggi sede dello Stauffer Center for Strings, primo centro musicale internazionale per l’alta formazione, la ricerca, la composizione, la produzione, il management e l’innovazione, dedicato agli strumenti ad arco.
Che Palazzo Stauffer, a Cremona, sia il primo centro internazionale per la formazione dedicato agli strumenti ad arco, non è un caso. La vita musicale cremonese ruota infatti intorno a grandi esempi di mecenatismo moderno, tra cui il Centro di Musicologia, costituito nel 1970 dall’industriale svizzero Walter Stauffer per favorire l’insegnamento della liuteria classica, degli strumenti ad arco e della musicologia a Cremona. In questo contesto si inquadra l’acquisizione e il restauro di Palazzo Stradiotti come sede dello Stauffer Center for Strings, da cui l’esperienza dell'Accademia Stauffer, istituzione completamente privata di eccellenza mondiale fondata nel 1985, che tiene corsi gratuiti di perfezionamento per esecutori di musica da camera solistica in violino, viola, violoncello e contrabbasso, dal 2012 per quartetto d’archi, e dal 2021 per concertmaster.
Palazzo Stauffer è un organismo molto stratificato. La configurazione attuale deriva da una profonda riforma neoclassica con ampliamento e unificazione di corpi preesistenti, che coinvolse anche il giardino “segreto”. Fu realizzata da un reverendo e poi dai suoi eredi tra 1843 e 1860. La riforma vide l’aggiunta del corpo porticato e coinvolse le quattro facciate principali con largo uso del trompe-l'oeil secondo i canoni dell’euritmia neoclassica: significativo a questo proposito il finto portone simmetrico della facciata principale.
Nel loro insieme, palazzo e giardino sono il paradigma del gusto di un’epoca e del processo di diffusione del linguaggio neoclassico che vide come protagonista la borghesia lombarda. Il loro restauro oltre al valore testimoniale è parte di una più ampia operazione di rigenerazione urbana che coinvolge il contiguo palazzo Raimondi, sede della Fondazione Stauffer e del Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia. Prende forma così un campus musicale di eccellenza.
Il progetto di restauro ha individuato nella riforma neoclassica l’impianto da preservare e riscoprire. La demolizione dei tramezzi e dei controsoffitti realizzati a partire dal 1960 per ricavare alloggi per indigenti, ha restituito al palazzo l’impianto ottocentesco. Tra l’altro, la dimensione contenuta delle sale e il carattere “domestico” di residenza borghese, evocano uno dei moventi originari della “musica da camera”: fare musica insieme, in famiglia, per celebrare il piacere di rincontrarsi.
L’estrema varietà materica, costruttiva, dimensionale e sonora degli ambienti ha richiesto una progettazione integrata, e ne risulta una struttura polifunzionale, flessibile, altamente tecnologica, progettata per garantire il massimo livello di sostenibilità in tema di risparmio energetico, contenimento delle emissioni, eco-compatibilità dei materiali, confort ambientale.
Al restauro filologico della riforma ottocentesca, si affianca un intervento minimale, programmaticamente “reversibile”, un “arredo complesso”: una concatenazione di elementi autoportanti che risolve così, con un unico apparato i temi legati a: distribuzione, correzione e isolamento acustico, climatizzazione, illuminazione e multimedialità. Tutto ruota intorno alle quinte di ottimizzazione acustica in Medium Density Fibreboard fresato, che consente “l’accordatura” di ciascuna sala. All’MDF pigmentato in massa color antracite, che identifica gli elementi di correzione acustica, si affianca il color bronzo delle scale e percorsi orizzontali, nuovi e restaurati, dove le strutture con tiranti, pendini e stralli in acciaio e l'illuminazione su cavo rimandano alle corde degli strumenti ad arco.
Intorno al 1858, gli eredi di Monsignor Rossi completarono il piccolo giardino “segreto”. L’impianto, di 1400 mq, ha due zone molto diverse che convivono: una vasta area è in stile romantico, all’inglese, l'altra è più ridotta, e si rifà ai canoni formali del giardino italiano.
Il percorso, articolato con curve e dislivelli, alterna momenti di luce e ombra: una vasta zona ombreggiata con movimenti di terra artificiali, a imitazione della “natura”, e due aree opposte, più assolate. La collinetta artificiale ospita una grotta con sedute e nicchie, decorata da pietre calcaree a uso di roccaglia. Sulla sommità, il tempietto ottagonale mantiene tracce di un ricco apparato decorativo a finte architetture. Il giardino si conclude con una piccola coffee-house quadrangolare, anch’essa decorata.
Le numerose specie vegetali presenti, seguono lo spirito dell’epoca che privilegiava i gruppi polispecifici. Tipica anche la presenza di piante caducifoglie e sempreverdi che regala scenari differenti all’alternarsi delle stagioni.
Location: Cremona, Italy
Project by: Lamberto Rossi Associati / L. Rossi e M. Tarabella
Consultants: L. Jurina, Consult Engineering, S. Corbari, A.Treu, A. Placci, P. Mainardi
Client: Fondazione Centro di Musicologia Walter Stauffer
Photography by M. Blaschich Pi-Tre, M. Dalle Grave, P. Quecchia DSL e Lamberto Rossi Associati, courtesy of Fondazione Stauffer