Realizzata nel quartiere Bedford-Stuyvesant di Brooklyn è un’abitazione lunga e strettissima
Può essere considerata un prototipo, un modello da riprendere per la valorizzazione dei lotti inutilizzati, un esempio di come i limiti di un’area possano essere trasformati in punti di forza e stimoli di creatività. È Narrow House che, così come suggerito dal nome stesso, è un’abitazione lunga (30,5 m di profondità) e stretta nel quartiere Bedford-Stuyvesant di Brooklyn, a New York, e firmata dallo studio di progettazione architettonica e urbanistica Only If. Narrow House è oltremodo stretta: la sua larghezza raggiunge appena i 4 m, motivo per cui si sono dovute trovare soluzioni architettoniche ad hoc per renderla effettivamente realizzabile e a norma. Proprio in questi elementi, dunque, si rintraccia l’importanza di un simile progetto, specialmente in virtù dei numerosissimi lotti analoghi – residui o sfitti – disseminati in tutta la città e che potrebbero così essere valorizzati con proposte architettoniche specifiche e frutto di inventiva. Nel caso di Only If tutto è partito con una ricerca, durata oltre sei mesi, di spazi per lo più sottovalutati da trasformare in aree abitative, fino ad arrivare a un edificio caratterizzato da facciate rifinite in stucco nero e ampie vetrate, nonché da interni privi di muri e di partizioni.
Le sfide maggiori che hanno dovuto affrontare gli architetti sono infatti state quelle di regolare l’apporto di luce naturale all’interno e di organizzare la distribuzione dei vari ambienti e la circolazione in essi. Le risposte al primo dei due aspetti sono arrivate dall’uso sapiente delle vetrate affacciate verso la strada principale e verso il giardino retrostante e dal pozzo di luce aperto in corrispondenza della scala centrale in acciaio perforato: in questo modo, dunque, la luce diurna e la natura hanno la possibilità di penetrare in profondità nell’abitazione.
La scala, inoltre, può essere letta anche come parte della soluzione al problema dell’articolazione degli spazi, poiché è lei a collegare i vari e sfalsati piani dell’abitazione, ciascuno con una propria funzione. Il piano terra, leggermente rialzato rispetto alla linea della strada, è per esempio dato da un passaggio continuo e privo di partizioni tra zona living, pranzo e cucina, fino ad aprirsi verso il giardino retrostante con una porta a bilico vetrata.
Ai piani superiori si trovano invece uno studio e due camere da letto. Per garantire riservatezza a queste ultime alla vista di chi sale le scale e in assenza di muri interni sono state previste strutture in compensato dalla duplice funzione: da una parte fungono da armadio e contengono i bagni, dall’altra creano una sorta di barriera per una maggior privacy grazie alla presenza di porte. Ma l’assenza di muri ha portato necessariamente allo studio di soluzioni alternative per la stabilità laterale: l’edificio è infatti controventato sia anteriormente sia posteriormente (tre controventi diagonali sono visibili anche dietro la facciata anteriore).
Vivere in Narrow House significa dunque trovarsi in un quartiere densamente costruito ma, allo stesso tempo, in un nuovo rapporto con la natura:
«Grazie alle finestre di grande formato il paesaggio ha una presenza inaspettata all’interno della casa – ha sottolineato la direttrice dello studio, Karolina Czeczek –. Il cambio di stagione, le ombre, i colori e il movimento degli alberi ci rendono consapevoli dell’ambiente naturale».
>>> Leggi anche un’anteprima dell’articolo dedicato a Casa El Claro pubblicato su THE PLAN 141.
Location: New York, USA
Architects: Only If
Team: Karolina Czeczek, Matthew Davis, Adam Frampton, Jedy Lau, Francesca Pagliaro, Jon Siani, Yue Zhang
Completion: 2021
Consultants
Structural Engineer: Reuther+Bowen, PC
MEP Engineer: PlusGroup Consulting Engineering PLLC
Lighting Consultant: Dot Dash
Photography by Iwan Baan and Naho Kubota, courtesy of Only If