1. Home
  2. Architettura
  3. Perché l'India è la meta da sogno degli architetti

Perché l'India è la meta da sogno degli architetti

Un paese tutto da scoprire e che ha voglia di sperimentare, partendo da progetti innovativi e sostenibili. Tre progetti ci portano nei dintorni di Delhi, ormai protagonista della scena architettonica internazionale

RMA Architects | Malik Architecture | McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services, Delhi

India, la meta da sogno degli architetti
Scritto da Redazione The Plan -

Ci sono luoghi che ancora regalano l'emozione dell'inesplorato. L'architetto per sua indole cerca questa sensazione, questo senso di possibilità e vuoto in grado di spingere al massimo il suo estro creativo. Ma non tutti gli architetti, come tutti gli uomini, sono uguali. Esistono architetti mossi dall'esotismo, dal demone divagante, spinti da un potente impulso dell'anima, da una necessità che li muove come un vento. Questa necessità pare un archetipo di questa professione, che chiama verso certi luoghi, alcuni e non altri, come se oscuramente legati a qualche irrisolta zona dell'anima.

Un po' per questa voglia inespressa, un po' per le condizioni in cui versano l'occidente e le sue città, oggi gli architetti cercano l'"esotico" e lo trovano nell'India. L'India sta infatti cambiando, pur mantenendo la sua impronta tradizionale, e sta puntando molto sull'architettura per diventare protagonista della scena internazionale. In questo articolo abbiamo mostrato 3 progetti simbolo che mettono in evidenza la direzione del paese: ci saranno ancora i tradizionali villaggi di argilla e paglia? Forse sì, ma ha comunque senso parlare di un'evoluzione (e anche molto interessante), dato che si tratta del connubio tra le peculiarità architettoniche indiane e strutture efficienti e sostenibili di stampo contemporaneo.  

La casa dei tre ruscelli di Malik Architecture, la School of Arts and Sciences di RMA architects e il Learning Laboratory della Thapar University di McCullough Mulvin Architects (progetto vincitore del The Plan Award 2021), mostrano ancora meglio perché l'India è a tutti gli effetti la meta da sogno degli architetti.

 

Thapar University Learning Laboratory - McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services © Christian Richters, courtesy of McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services

 

Se ti incuriosisce un punto di vista diverso sull'architettura indiana, consigliamo il volume The Master in India di Balkrishna Doshi e Bruno Melotto (Maggioli Editore), un viaggio critico che analizza l'approccio di Le Corbusier e Louis Kahn con le tradizioni locali, corredato da una recente e inedita intervista a Doshi stesso, un interessante spaccato dei principi che hanno da sempre ispirato la sua architettura.

 

Perché l'India è diventata la meta da sogno degli architetti

LA CASA DEI TRE RUSCELLI || Sedimentazioni storiche tra natura e modernità
MALIK ARCHITECTURE

 

Malik Architecture - La casa dei tre ruscelli ©

 

Una villa distesa in un ambiente naturale di grande fascino, nella zona monsonica ad elevate precipitazioni piovose: la relativa vicinanza all’agglomerazione metropolitana di Mumbai rende possibile godere pienamente e senza preoccupazioni del senso di rifugio e ristoro offerto da un luogo e da un paesaggio che sono ben distinti e separati dalla convulsa vita della grande metropoli indiana. Il rilievo montagnoso che si determina come orizzonte prossimo e lontano per la villa (l’edificio si trova, infatti, ad un’altitudine di circa 830 metri slm), dà una forte impronta al paesaggio, e si presenta come una cornice che definisce un ambito prezioso, il paesaggio appunto, che rappresenta uno degli elementi imprescindibili per la definizione progettuale della villa. L’ambiente, infatti, fa maturare idee e concezioni nell’attuare un’elaborazione rigorosa e stimolante.

Osservare, cogliere potenzialità, analizzare la compresenza di materiali tradizionali (pietra basaltica locale, legno, laterizi) e contemporanei (materiali metallici e setti in calcestruzzo); studiare le direzioni prevalenti dei flussi d’aria per una ventilazione raffrescante delle parti che compongono la villa; assumere il ruscello che scorre nell’appezzamento come una risorsa nel progetto.

Il declivio è a pendenza rilevante e costituisce un caposaldo della strumentazione concettuale, facendo emergere una necessità di attenzione ed adeguamento alle caratteristiche del terreno, per identificare uno sviluppo dell’abitare che sia in sintonia con le variazioni di quota, in cui appare vincolante l’idea di collegare i blocchi della villa, con sentieri e scalinate esterne, per superare dislivelli ed attraversare anfratti, frutto dell’erosione del terreno per dilavamento.

La villa parte dal principio di non depauperare le zone boschive, di non abbattere vegetazione, seguendo così le zone libere: la foresta si avvicina all’edificio disteso sul terreno e si propone non solo come una quinta visiva, assecondando una visione ravvicinata della natura, compenetrata, ma consente di collaborare a una maggiore riservatezza per gli abitanti della villa e di fornire preziosi apporti d’ombra. >>> Continua a leggere sul numero di The Plan 108

 

 

SCHOOL OF ART AND SCIENCES - UNIVERSITÀ DI AHMEDABAD || Un luogo simbolico, crocevia dei saperi
RMA ARCHITECTS

 

School of Arts and Sciences - RMA Architects © Vinay Panjwani, courtesy of RMA Architects

 

L’edificio per la School of Arts and Sciences dell’Università di Ahmedabad (nello Stato indiano di Gujarat), di recente inaugurato, compone una serie di riflessioni progettuali di notevole caratura, al centro di questioni essenziali in architettura. Il nuovo edificio si confronta con costruzioni risalenti a varie epoche dell’Università di Ahmedabad (in particolare con l’adiacente primo nucleo storico dell’Università fondata nel 1935) e con le superfici a parco circostanti. La concomitante presenza di questi distinti elementi rende necessario considerare che il ruolo del nuovo edificio assume una rilevanza simbolica - riguardo alla capacità di integrazione nel contesto dell’insediamento universitario e riguardo all’esigenza di rinnovamento -, in relazione alla collocazione in diretta prossimità all’accesso per l’insediamento universitario.

La School of Arts and Sciences si identifica come un luogo simbolico anche per la stessa concezione in termini educativi e formativi che riunisce corsi ed indirizzi di differente contenuto, raggruppati in settori che percorrono ramificazioni del sapere, fra scienze biologiche, ricerche umanistiche e scienze linguistiche, scienze matematiche e fisiche e scienze sociali. Innovazione nelle modalità d’apprendimento e sperimentazione, in una visione che si richiama ad una vasta interdisciplinarietà, ad un sistematico ricorso ad attività laboratoriali, all’intensa applicazione di un’interazione conoscitiva a vari livelli.

L’edificio facilita negli schemi di pianta l’idea di una circolazione flessibile, strumento per un arricchimento sostanziale delle conoscenze attraverso la potenzialità degli scambi, nei rapporti interpersonali e nella forza delle idee che si trasmettono, sotto l’egida dell’incrocio fra le discipline. E la stessa idea di flessibilità appare nell’obiettivo di rendere possibili adeguamenti, variazioni, evoluzioni, anche nell’assetto spaziale interno dell’edificio. Un nucleo della riflessione architettonica si esplicita nella coniugazione di flessibilità interna e di permeabilità verso l’esterno: l’edificio compone l’idea di rendere possibile un’accessibilità che “percorre” il grande atrio a tripla altezza, fornendo collegamento fra le zone boschive contigue alla scuola. L’atrio è baricentrico nell’edificio, che è schematicamente costituito da un volume composto secondo una linearità longitudinale in direzione est-ovest: l’atrio è il luogo delle potenzialità, e fornisce una rappresentazione del valore degli scambi relazionali, con aree di sosta per gli studenti a gradoni, aperte, libere ed immediate, con l’accesso alla biblioteca centrale, con la forza comunicativa e funzionale di uno spazio che si differenzia per accenti architettonici di delicata conformazione (materie e colori, fra pavimentazioni e pareti). >>> Completa la lettura su The Plan 128 e sfoglia la gallery del progetto

 

THAPAR UNIVERSITY LEARNING LABORATORY - THAPAR UNIVERSITY || La città degli studenti
MCCULLOUGH MULVIN ARCHITECTS WITH DESIGN PLUS ASSOCIATES SERVICES

 

Thapar University Learning Laboratory - McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services © Christian Richters, courtesy of McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services

 

La Thapar University ha invitato lo studio a unificare un campus disparato fornendo edifici innovativi per offrire nuovi tipi di spazi di apprendimento. Insieme a DesignPlus Associates Delhi, McCullough ha sviluppato un masterplan per unire il campus e progettato una serie di edifici al suo interno: alloggi per studenti e un laboratorio di apprendimento, seguito da un centro sportivo, un Venture Lab e una pensione universitaria.

Il progetto completa la griglia del campus con due hub biblioteche: le residenze studentesche e il laboratorio di apprendimento. Questi sono collegati da una passerella ombreggiata di 1,5 km che diventerà la spina dorsale centrale del campus lungo la quale verranno costruite ulteriori nuove strutture nei prossimi 10 anni. Il Learning Laboratory è un nuovo tipo di spazio di incontro, un motore per la formazione, una città per gli studenti; media una forma senza tempo e offre complesse avventure spaziali. Il progetto comprende una biblioteca, aule didattiche e facoltà di scienze, ciascuna in un alto volume in pietra di Agra rossa con dettagli in marmo bianco, le facciate mediate da schermi in pietra a lamelle come i tradizionali schermi Jaali.

 

Thapar University Learning Laboratory - McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services © Christian Richters, courtesy of McCullough Mulvin Architects with Designplus Associates Services

 

Una struttura a podio corre tra rampe giganti alle due estremità, una naturale estensione del percorso pedonale. Sotto, tutto è abitato all'interno di una pianta biforcuta; gli studenti si riuniscono nella calura del giorno intorno alle fontane, all'ombra fresca di un'alta struttura di cemento. I tre edifici hanno spazi dell'atrio di carattere completamente diverso: nella biblioteca un vuoto affusolato simile a una cerniera, l'edificio della scienza una piazza cittadina sagomata, le aule si librano su un paesaggio costruito. Tutti e tre sono attraversati da scalinate; la luce si riversa dai tetti alberati al suolo sottostante e nel frenetico mondo sotto il podio. La struttura è in cemento: una griglia di colonne giganti sorregge il podio, con intradossi a spina di pesce.

L'edificio delle conferenze ha 6 teatri sospesi schiena contro schiena, da un ordine gigante che libera le planimetrie e fa datum per le scale danzanti. L'architettura è di solide forme geometriche, evocative della geografia naturale. La disposizione della ventilazione e dell'ombra limitano l'irraggiamento solare, il podio con le piscine crea un microclima locale. La natura si unisce al design, dagli alberi esistenti (mantenuti) agli alberi sui tetti. >>> Continua a leggere e sfogliare la gallery di questo progetto vincitore del The Plan Award 2021

 

|||   ISCRIVITI A THE PLAN   |||   Ricevi direttamente le più belle storie del mondo dell'architettura e del design, gli ultimi progetti realizzati, classifiche e recensioni, consigli su video, gallery e interviste

Resta aggiornato sulle novità del mondo dell'architettura e del design

© Maggioli SpA • THE PLAN • Via del Pratello 8 • 40122 Bologna, Italy • T +39 051 227634 • P. IVA 02066400405 • ISSN 2499-6602 • E-ISSN 2385-2054