Il Grand Théâtre d’Albi andrà a porsi come elemento in grado di trasformare il tessuto urbano e l’impronta culturale della città. In sé per sé, si presenterà come un imponente simbolo architettonico nei pressi del centro storico. Abbiamo privilegiato questo edificio a discapito di sale cinematografiche con il preciso intento di farne il fulcro di una rete di spazi e servizi per la comunità. Lungo il viale della Cultura si susseguiranno infatti, l’una dopo l’altra, varie aree a fruizione pubblica, andando a punteggiare l’itinerario dalla cattedrale fino al vasto parco Rochegude.
Nello specifico, verranno creati in sequenza una piazza (in corrispondenza del Boulevard Sibille), il teatro e il cinema (di fronte all’Athanor).L’idea alla base è allestire un percorso urbano animato dalla successione, giustapposizione e interazione di vari edifici culturali, conferendo un’identità precisa a ciascuno di essi, assegnando loro un’ubicazione ideale così da trasformarli in punti di riferimento su scala urbana. Di conseguenza, l’edificio Athanor è stato trasformato nell’ingresso al cinema, divenendo la punta visibile di questo “iceberg” con al suo interno un atrio arioso, che sarà probabilmente arricchito da negozi e da una caffetteria al piano terra. Le sale di proiezione saranno invece disposte in posizione sotterranea, così da destinare in toto la parte inferiore del teatro al complesso cinematografico.Una disposizione ideale per liberare tutto lo spazio pubblico e aprirlo alle attività e all’interazione tra le persone.
La struttura estremamente semplice del teatro permette di allestire lungo l’Avenue Général de Gaulle, in uno sforzo di continuità urbana e di prossimità con la mediateca, due piazze dalla pianta all’incirca triangolare, precisamente sul lato della “passeggiata culturale”. Sono due spazi pubblici, due elementi innovativi nell’infrastruttura urbana inseriti attorno al teatro: l’uno si apre verso il centro storico, l’altro verso il quartiere. Per il teatro, abbiamo puntato su un volume compatto per favorirne l’inserimento nel contesto.Abbiamo inoltre cercato alcuni principi funzionali, semplici e diretti, specialmente per l’accesso dei camion dallo spazio pubblico, posizionandolo sullo stesso piano del palco e del backstage.
Tutto questo non decreta necessariamente la “morte” della porzione posteriore dell’edificio; infatti, al livello superiore si possono trovare i palchetti e l’amministrazione, sormontati a loro volta dal laboratorio sperimentale. In questo modo, i quattro lati del prisma sono aperti e dinamici. Naturalmente, l’unica apertura sul teatro è totalmente vetrata, simile a un’enorme finestra sulla città che abbraccia tutti gli atri, le gallerie, le balconate e l’immenso auditorium.Da questo volume trasparente si potrà accedere sia al laboratorio sperimentale da un lato, sia alla terrazza in copertura dall’altro, dove verranno allestiti il giardino pensile e il ristorante, da cui ammirare il panorama di Albi dall’alto. L’edificio è in calcestruzzo ed è rivestito in mattoni, un materiale usato indifferentemente per interni, esterni, pavimenti, murature e soffitti, in modo da creare un’architettura “monomaterica”. La solidità del mattone si contrappone alla leggerezza e levigatezza del rivestimento, il quale avvolge il volume prismatico con una trama metallica color rame, resistente alla ruggine. Su due lati dell’edificio la pelle esalterà la verticalità, mentre lungo gli altri due (antistanti alle piazze su teatro e cinema) si aprirà come un sipario che cala. L’andamento curvilineo ha rivoluzionato la staticità del rivestimento, creando un’architettura libera, espressiva e vivace.
Questo stesso elemento potrà essere tanto una celebrazione della metafora del sipario, quanto l’evocazione di un palco teatrale. Lucentezza, riflessi e colori dell’involucro ricorderanno invece un’architettura “vestita di un’intensa luce”. La pelle metallica ondulata, simile a una trama cucita a maglia, andrà a proteggere le funzioni del teatro senza separarle da quelle civiche. Oltre a presentare elementi di sostenibilità, il grande ornamento filtrerà la luce e si opporrà ad agenti atmosferici. La rete si adeguerà agli spazi e agli usi che andrà ad avvolgere: sarà dunque possibile enfatizzare le curvature per sottolineare alcuni scorci sull’interno (o sull’esterno), o al contrario assottigliarle per nascondere alcuni muri strutturali o proteggere i grandi foyer dai raggi solari. Questo velo andrà a ordinare una serie di grandi arcate al livello dello spazio pubblico, lasciando entrare visitatori e spettatori, e al tempo stesso si eleverà al cielo superando il volume costruito e creando una figura immateriale che spiccherà nello skyline di Albi.
In conclusione, le misure che verranno intraprese sono: l’uso delle fondamenta per inserire un parcheggio per vetture e la sala cinematografica; la qualificazione di spazi pubblici al piano terra, specifici per ogni edificio culturale; la ricerca della semplicità e della compattezza, dando al contempo uno strumento teatrale accessibile, flessibile ed efficiente.
Dominique Perrault
Location: Albi, France
Client: Albi Town Council
Completion: 2014
Gross Floor Area: 34.000 m²
Architects: Dominique Perrault Architecture
Local Architect: Christian Astruc Architects
Consultants
Structural: VP Green
Mechanical Engineer: Etco
Economist: RPO
Scenograph: Changement à vue
Acoustics: Jean-Paul Lamoureux
Photography:1/5-10-31-32© Vincent Boutin, 6/9-12/30 © Georges Fessy. All images courtesy DPA / Adagp