Il progetto risponde al desiderio di un appassionato di montagna di abitare una casa di vacanze a Selva di Cadore con la propria famiglia: il recupero di un tabià, tipico edificio d’architettura montana adibito a stalla e fienile, con struttura in legno su basamento di pietra. L’elaborazione progettuale è stata fondata su una fase iniziale di accurato rilievo delle parti lignee e degli incastri strutturali, per consentire certezza alle successive operazioni di smontaggio e rimontaggio dell’edificio. Nell’obiettivo di conservare nella maggior misura possibile la consistenza materica dell’edificio, molte travi e tavole sono state recuperate e ripulite; per alcune si è operata un’integrazione con elementi lignei di recupero, in modo da garantire una continuità di colore e materiale. Sono stati eliminati piccoli volumi accessori aggiunti nel tempo, mentre è stata inserita una nuova struttura portante in acciaio a vista verniciato di nero, disposta secondo una geometria adatta alla misura e alla modularità consolidate dei tabià, che collabora con quella originaria in legno. La scelta progettuale è consistita nel dichiarare la presenza degli elementi strutturali in acciaio all’interno, contrassegnando in maniera decisa gli ambienti; all’esterno, per conferire omogeneità di percezione attraverso colore e materia, le travi e gli elementi sporgenti della nuova struttura sono rivestiti con travi in legno di recupero opportunamente scavate. Per gli ambienti interni, la scelta dei materiali combina riferimenti alla tradizione e alla contemporaneità: per le parti strutturali è utilizzato legno di larice, abete per i tamponamenti, pietra dolomia, acciaio verniciato di nero ed intonaco grezzo bianco. L’intreccio dei materiali consente di definire la natura di ciascun ambiente domestico, in modo da costituire un sistema organico: le diverse caratteristiche di apparenza e di densità dei materiali introducono un diffuso valore di abitabilità e di comfort sensoriale. Assunto fondamentale di progetto è l’adesione alla tradizione costruttiva dei tabià: il legno continua a invecchiare in modo naturale, assumendo, con il trascorrere del tempo e secondo le variabili condizioni di esposizione agli elementi atmosferici, una protezione naturale e coloriture differenti, tonalità grigie per il lato nord e rossicce per gli altri fronti. La casa è autosufficiente dal punto di vista energetico. Il sistema fotovoltaico fornisce l’energia sia per il riscaldamento che per l’illuminazione. I pannelli sono totalmente integrati nella copertura, realizzata in scandole di larice. Il sistema di riscaldamento a pavimento è elettrico, permettendo anche di definire l’edificio “ad emissioni zero”, in quanto non sono presenti emissioni dirette di CO2, collegate ad apparati di riscaldamento a combustione.
Luogo: Selva di Cadore, Belluno
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2010
Superficie Costruita: 220 m2
Architetti: EXiT architetti associati - Francesco Loschi, Giuseppe Pagano, Paolo Panetto
Direzione Lavori: Francesco Loschi
Imprese di Costruzione: CNC di Crepaz Raffaele e C., FD falegnameria
Consulenti
Strutture: Alberto Soligo
Impianti: Mauro Benozzi
Fornitori
Pavimenti in Legno Antico: Antico è
Serramenti: Aldena
Pannelli Fotovoltaici: I.C.iT
Pietra Dolomia: Sevis
Fotografie: © Teresa Cos
EXiT architetti associati
EXiT architetti associati, studio di architettura con sede a Treviso, è stato fondato dagli architetti Francesco Loschi (Treviso, 1977), Giuseppe Pagano (Brescia, 1977) e Paolo Panetto (Treviso, 1977). Si occupa di progettazione architettonica e urbana, interior design e architettura del paesaggio, unendo le esperienze professionali e progettuali sviluppate dai soci tra Italia, Spagna e Portogallo.
Dal 2004 EXiT partecipa a vari concorsi internazionali. Ha ottenuto il primo premio al workshop internazionale QUAP 2006 - Qualità Urbanisitca delle Aree Produttive, promosso da Provincia di Treviso e Unindustria Treviso, e nel 2008 ha ottenuto il terzo premio al concorso per il recupero del Bastione poligonale del castello della città di Treviso.
Dal 2009 è membro dell’ANAB “Associazione Nazionale Architettura Bioecologica”.
Nel 2010 è stato selezionato da GiARCH (Coordinamento Nazionale dei Giovani Architetti Italiani) per l’inserimento nella pubblicazione “Progetti di giovani architetti italiani”. A settembre 2010 i lavori dello studio sono estati esposti alla mostra “Ventisettetrentasette giovani architetti italiani” all’interno del Padiglione Italia alla EXPO 2010 di Shanghai.
A novembre 2010 è stato selezionato al “Premio Architettura Città di Oderzo” nella Sezione architettura residenziale e housing sociale per il progetto “Recupero di un tabià a Selva di Cadore” e successivamente finalista per “ArchDaily Building of the Year 2010” nella categoria Refurbishment.
Nel 2011 ha vinto il Premio “Barbara Capocchin” nella sezione provinciale.
I lavori dello studio EXiT sono stati pubblicati su prestigiose riviste nazionali e internazionali (Wallpaper*, Mark, C3, A10, AND, Domusweb, Il giornale dell’architettura, L’Arca).