Tra il rosso del marmo e il blu del Garda
L’ha sempre immaginato come «una conca marmorea sotto le stelle» il suo teatro, un luogo dove lasciarsi trasportare dall’arte e dagli spettacoli, ma anche dalla bellezza dei colori cangianti di Gardone Riviera. Eppure, solo oggi il sogno di Gabriele D’Annunzio può dirsi davvero realizzato. Per tanti, tantissimi anni, l’anfiteatro del Vittoriale degli Italiani è rimasto tra l’incompiuto – fino al 1952 – e la materialità del cemento. Ora invece, grazie al progetto di riqualificazione del Parlaggio a opera di MI10studio in collaborazione con la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e la Soprintendenza, le gradinate e la platea sono state rivestite in marmo Rosso Verona Margraf in finitura grezza: da una parte l’isola del Garda e il Monte Baldo, dall’altra la penisola di Sirmione e la Rocca di Manerba, il promontorio conosciuto anche come Profilo di Dante, un luogo scelto dallo stesso Vate. Proprio lui, nel 1931, affidò la progettazione dell’opera a Gian Carlo Maroni.
Per recuperare le tracce e i connotati delle antiche rovine di Pompei e degli anfiteatri romani, l’architetto viaggiò in quei territori, traendone un’ispirazione che però non riuscì a prendere corpo definitivamente fino al 1952 per volontà della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Tuttavia le gradinate e la platea sono rimaste in cemento fino a due anni fa, quando sono state rivestite con l’intervento di Margraf, l’azienda vicentina specializzata nell’estrazione e nella lavorazione del marmo, come anche nell’uso di tecniche sofisticate per grandi sfide progettuali. Oggi il Parlaggio, come lo chiamò D’Annunzio, ha acquistato un aspetto molto più simile a quello che deve essere stato forgiato dalla mente del poeta, arrivando a contare 1.500 m2 di rivestimenti in marmo Rosso Verona per un teatro dalla platea di oltre mille posti.
Per molti anni a venire, dunque, gli spettatori potranno godersi, stando seduti su una pietra naturale come il marmo, gli spettacoli dell’arte e della natura, potendo così viaggiare anche a ritroso nel tempo fino a tornare agli anni del poeta: un legame, si potrebbe dire, tra epoche, stili e generazioni attraverso il marmo.
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