Chiamato The Dyson Building in onore del suo donatore, il nuovo hub permette l’integrazione tra materie scientifiche, arte e natura
Arte e scienza possono davvero convivere fianco a fianco. Arte e scienza, fuse insieme a partire dai rispettivi spazi, sono in grado di trasformare l’architettura in un vero e proprio strumento didattico. Ne è un esempio plastico il nuovo polo per l’insegnamento di materie Steam (scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica) della Gresham’s School di Norfolk (UK), firmato da WilkinsonEyre e finanziato grazie alla donazione di un alumnus della scuola, James Dyson (pari a £18.75 milioni). In suo onore, l’hub è stato ribattezzato The Dyson Building.
La struttura, collocata accanto all’originale complesso scolastico e a un edificio religioso, può essere considerata una pietra miliare della ridefinizione dei canoni architettonici delle scuole più tradizionali, caratterizzata da una profonda apertura verso l’esterno e da un’evidente inclusione della natura: quest’ultima diventa parte integrante delle facciate, arrampicandosi talvolta sulla struttura in acciaio a vista, talaltra ricoprendone intere porzioni. I confini tra esterno e interno, tra verde e costruito diventano così sempre più labili e impercettibili. Questa strategia risponde in primis all’esigenza di rendere l’ambiente di vita e di lavoro uno spazio accogliente tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti, che all’interno dell’intero complesso hanno modo di trovare spazi di condivisione, di creatività e di stimolo formativo. Oltre alle più tradizionali aule didattiche, infatti, nel nuovo hub Steam si susseguono laboratori dalle sofisticate tecnologie – quali strumenti di robotica e di intelligenza artificiale –, spazi flessibili e multifunzionali adattabili e arredabili a seconda delle necessità scolastiche, auditorium, spazi workshop per lavori collettivi e variamente configurabili. L’integrazione tra tecnologie e computer più prettamente inerenti le discipline scientifiche e gli oggetti artistici è agevolata dunque dalla stessa conformazione degli ambienti, in particolare nella zona centrale dell’edificio. Qui si trova una scalinata-auditorium di collegamento tra i due livelli, al primo dei quali vi sono tavolini, corridoi arredati e allestiti con stile ed equilibrio: non solo spazi di ristoro o di ricreazione, ma anche per svolgere ore di lezione. In questo modo l’educazione ha una via privilegiata per uscire dalle aule più tradizionali, trasformando il The Dyson Building un ecosistema educativo in cui immergersi per l’intera giornata, dai colori tenui e spesso dominato dal legno.
«Il mondo ha bisogno di idee radicali e creative – ha sottolineato James Dyson –. La presenza di arte e design nello stesso edificio in cui si trovano ingegneria, scienze e matematica introduce il concetto che queste ultime siano carriere creative. I vetri a tutta altezza e gli ampi corridoi di WilkinsonEyre, inoltre, evocano un senso di avventura, mentre la scala dell’auditorium incoraggia la discussione e l’integrazione».
Il filo rosso dell’intero progetto può essere individuato in una filosofia di apertura, tanto delle aule verso spazi ampi, comuni e polifunzionali, quanto verso l’esterno, il giardino e le strutture del campus. In questo dialogo giocano un ruolo fondamentale le ampie vetrate che lasciano filtrare la luce naturale, ma anche le piccole corti individuate a metà di ogni facciata in virtù dell’arretramento di una sua porzione. È questo un ulteriore invito a portare la didattica all’esterno, come lo sono le panche del cortile e le zone attrezzate, ma anche la leggerezza stessa delle facciate, scandite e ritmate regolarmente da acciaio a vista: la struttura, su due piani, è rivestita da pannelli in rame ossidato alternati a pannelli vetrati. La trama dei primi, per di più, è in stretto dialogo con quella della vicina chiesa, costruita nel 1916.
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Un’attenzione particolare è stata riservata alla sostenibilità e all’efficienza energetica della struttura, data in particolare dal sistema di ventilazione naturale e dai pannelli fotovoltaici. La regolazione della luce naturale, inoltre, è garantita dall’installazione di sistemi di controllo e di ombreggiatura a protezione dei raggi solari.
Tutte tali caratteristiche, dunque, rispecchiano una filosofia propria abbracciata già da tempo dallo studio:
«WilkinsonEyre trae costantemente ispirazione dall’arte e dalla scienza – ha sottolineato il direttore del progetto Yasmin Al-Ani Spence –, quindi è stato un privilegio lavorare a spazi didattici contemporanei votati all’approfondimento simultaneo delle scienze e delle arti. Un modo in più per favorire lo spirito e il pensiero critico delle nuove generazioni. L’edificio stesso, grazie alla chiarezza e all’onestà della progettazione e della costruzione, diventa uno strumento didattico a sé stante».
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Location: Norfolk, UK
Architect: WilkinsonEyre
Photography by Peter Landers, courtesy of Peter Landers Photography and WilkinsonEyre